Consiglio spassionato ai tifosi del Vale nostro e del Marquez vostro. Sottolineate tre volte questa data, questo posto, questo momento. Così, giusto per capire e ricordare, a novembre, quando il campionato sarà agli sgoccioli e si tireranno le somme, dove il Vale nostro magari l'ha perso questo mondiale, dove il Marquez vostro magari l'ha vinto. Assen, ventiseidigiugno, Olanda, Scala del motociclismo castrata nella sua bellezza da un acquazzone nordico che ha incasinato pista già zuppa alla partenza, costringendo a dividere la corsa in due manche e a far pagare conto salatissimo alla Ducati e a due suoi piloti: Dovizioso primo al momento della bandiera rossa e Petrucci secondo davanti a Valentino. Ancora un paio di giri e sarebbe stata doppietta, con punti dimezzati ma pur sempre trionfo. Invece...
Invece Assen, Olanda, ore 15 e zero sei, giro tre dopo ripartenza, dopo che in questa seconda manche erano appena finiti a terra in rapida sequenza proprio il povero Dovizioso e il povero Petrucci ma anche Crutchlow e Pedrosa, dopo un riavvio seguito a una sospensione costata cara alle Ducati ma giunta con discreto ritardo se si tiene alla sicurezza. Il che necessita di riflessione a parte: questa. È infatti cosa grave e ingiusta che sia accaduto, che si sia tardato, visto che il motomondo arrivava da un Gran premio con morto (il povero Luis Salom). Molto meglio sarebbe stato bloccare prima e invece la direzione gara ha insistito nel lasciare tutti in pista in un momento in cui non si vedeva letteralmente una cippa. Cosa brutta, ma vabbè, è andata. Alla fine tutto bene. Meglio così.
Però anche tutto male. Giorno da sottolineare tre volte per i tifosi dell'una e dell'altra parte. Perché, sì, ha vinto sconosciuto Miller su Honda clienti che sta a quella ufficiale di Marquez (2°) come un'Apecar 50 a una scattante Vespa 125. In fondo cosa bella, commovente, e il ragazzo ha fatto vera impresa, non accadeva da dieci anni che un pilota di un team clienti trionfasse in un Gp. Ma a stravincere è stato soprattutto un altro, quel Marquez che sulla Vespa 125 se ne è guardato bene dal tentare di raggiungere e passare l'Apecar prendendo rischi aggiuntivi sulla striscia viscida d'asfalto. Marc ha invece preferito controllare e non azzardare perché vedevo che era dura e Valentino azzardava.
Assen, Olanda, ore 15 e zero sei, è in quel momento che Vale nostro ha azzardato. E pagato caro. Molto caro. Un po' come, anche se in altro modo e per altri motivi, a Misano 2015 quando con la pioggia che aveva tolto di mezzo Lorenzo sbagliò decidendo per uno strano cambio gomme che gli sarebbe costato punti importantissimi. Dirà: «Stavo andando troppo veloce, di certo se fossi arrivato al traguardo del terzo giro avrei poi rallentato, ma non ci sono arrivato, ho proprio sbagliato io...». Dirà: «Sono stato un somaro, nella seconda manche avevo la rain morbida dietro che dava più grip rispetto alla dura usata nella prima parte, non l'ho calcolato e in quella curva, la dieci, sono arrivato staccando come al solito, solo che ero decisamente più veloce per via della maggiore aderenza...». Dirà: «Adesso il mondiale si fa duro, so di essere competitivo, che gli altri non sono irresistibili, ma dovrò ragionare gara per gara, 42 punti sono tanti da recuperare, cercherò di fare dei bei Gp, è l'unico modo... La verità è che ho perso una grandissima occasione per recuperare punti soprattutto su Lorenzo ma anche su Marc... Invece li ho persi su entrambi».
E adesso l'italmoto che aveva sognato molto dopo la pole ducatista di Dovizioso e il secondo tempo del Dottore e aveva poi sperato fosse ieri una grande giornata visti i cinque meravigliosi ragazzini della Moto3 intasare d'azzurro podio
e sotto podio (vittoria di Pecco Bagnaia, su Mahindra), adesso l'italmoto si lecca le ferite pensando al prossimo futuro in Motogp. Però può sognare pensando al futuro lontano: quei cinque ragazzotti vanno veloci davvero.
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