Valsecchi l'italiano c'è. La F1 lo chiami

Valsecchi l'italiano c'è. La F1 lo chiami

Lui guida e va veloce. Trecento e passa i chilometri all'ora. Però sa capire la sua auto come un ingegnere specializzato. Però sa leggere il futuro neanche fosse uno zingaro e non un asturiano tutto d'un pezzo. Fernando Alonso aveva previsto i guai di Vettel e soci a Monza e così è stato. Fernando venerdì aveva detto che «non siamo forti come al Gp d'Italia» e le qualifiche di ieri l'hanno dimostrato. Quinto tempo per lui. Un piazzamento in griglia a cui è abbonato visto che l'ha ottenuto per la tredicesima volta. Tredicesimo come il tempo ottenuto da Massa perché «la macchina scivola troppo e non riesco a sistemare il problema» per cui bocciato in Q2 come ai vecchi tempi, per cui brutta storia. Brutta perché non potrà aiutare il compagno leader del mondiale (179 punti Alonso, 142 Hamilton, 141 Raikkonen, 140 Vettel, 132 Webber) e brutta perché arriva dopo quindici giorni di sponsorizzazione urbi et orbis firmata Alonso. «Vedo circolare piccoli nomi per sostituire Felipe in Ferrari» era infatti stato il leit motiv dello spagnolo. Solo che ieri Felipe ha fatto piccolo tempo. Sulla vicenda si vedrà in futuro.
Intanto si vede che le McLaren sono a tutti gli effetti le macchine più in forma da metà estate in poi. Hamilton ancora in pole, come a Monza, Hamilton che ha tutti gli attributi per bissare il successo ottenuto quindici giorni fa nel parco e pure la statistica dalla sua parte: a Singapore, tre volte su quattro chi è partito dalla pole ha poi vinto. E Lewis dice infatti: «Sia io che i ragazzi al box abbiamo fatto un lavoro fantastico, la macchina è ancora migliorata rispetto all'ultimo Gp... E dire però che Vettel era velocissimo, non so come mai nel Q3 è andato così...». Quel che non dice, ma che sa perfettamente, è che accanto al via si ritrova il signor Maldonado, cioè il pilota che guida come un pugile, il pilota veloce, scorretto, talvolta affascinante altre presuntuoso, ma che con la sua Williams sa comunque regalare spettacolo.
Dietro loro Vettel e Button. Ma se di Jenson non ci si stupisce, stesso discorso non vale per Sebastian, tradito dalla sua Red Bull sul più bello, Q3 dunque, dopo aver dominato le libere che pareva un E.T. «In effetti non so bene che cosa sia accaduto, però il passo gara l'abbiamo e in corsa vedremo cosa fare. Resto fiducioso» dirà a caldo mentre in più di uno fra i tecnici rivali si domanderà se di alternatore birichino ancora si è trattato. L'alternatore che anche a Monza aveva pirlato il tedesco campione del mondo.
Tornando ad Alonso e alla Ferrari, l'ingegner Fernando e il mago Fernando dicono più o meno questo: «Stavolta era impossibile fare di meglio, è tutto il week-end che non ci mostriamo forti come nella scorsa gara. In qualifica, Lewis era di un altro mondo (ha rifilato allo spagnolo quasi un secondo, e a Maldonado mezzo)... Qui la differenza di prestazione fra le due mescole (soft e supersoft) è probabilmente la più elevata di tutto il Mondiale (fra un secondo e mezzo e due), il che potrà essere un fattore decisivo (fra l'altro è anche attesa pioggia, ndr)». Questo a firma dell'ingegner Alonso. Mentre il mago aggiunge: «Ma in gara sarà una cosa diversa, tanto più che si tratta di un circuito molto esigente che mi piace molto e che non perdona mai». Quindi un tocco alla sfera di cristallo: «Anche Button volava a Monza e poi si ritirato...».
Rivali avvisati.

Compresi i due furbetti della Mercedes che hanno abortito il giro finale per poter scattare oggi con gomme dure. Saranno gli unici a farlo. Strategia diversa figlia di una lacuna regolamentare. Storia brutta. Storia da F1. A Singapore si sa... succede.

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