C'è una farfalla che è tornata a volare. E' una Ferrari d'argento, appagata dal secondo posto mondiale, al contrario di Alonso con la Rossa. Vanessa torna sul podio iridato sei anni dopo il bronzo di Stoccarda nel concorso generale e a 7 dal titolo di Aarhus. A 15 anni divenne fra le atlete più popolari d'Italia, si era persa per infortuni e cadute.
Ad Anversa nel corpo libero raggiunge il punteggio di 14.633 grazie allo Tsukahara avvitato nella diagonale d'apertura e al doppio salto combinato della seconda: il programma convince anche per la componente artistica, un minuto e mezzo montato su Tangled Up, di Caro Emerald, così neanche arriva troppo lontana da Simone Biles (15, con un esercizio che partiva da 6.500). La 16enne americana succede alla russa Afanaseva, terza la rumena Larisa Iordache (14.600), mentre la chiusura costa la caduta a Izbasa, olimpionica di Pechino. Vanessa sorride e da caporal maggiore dell'esercito la dedica è per i «ragazzi morti a Lampedusa. Come me nello sport, erano alla ricerca di un sogno, ma loro non ce l'hanno fatta».
L'avevamo lasciata a Londra, quarta per un regolamento discutibile che impedisce di assegnare il bronzo quando c'è il pari merito, in Belgio è 6ª nel concorso generale, nel pomeriggio 4ª alla trave. Era bronzo, senza il ricorso proprio della Biles, imprecisa anche nell'uscita, con la testa a sfiorare l'attrezzo, ma poi la giuria ne ha rettificato la nota di partenza. «La trave è strana - racconta la 22enne bresciana, di Orzinuovi -, te la giochi sul momento. Meritavo il podio anche lì, sono rientrata in pedana convinta che non me l'avrebbero fatta sporca due volte nella stessa competizione. E anche Busnari doveva essere terzo, al cavallo con maniglie, anzichè quarto». Alla trave il titolo va alla russa Mustafina, mentre la siciliana Carlotta Ferlito è quinta, per due piccoli sbilanciamenti.
«Al corpo libero ero agitata - riprende Vanessa -, volevo stoppare tutti gli arrivi. Avevo i crampi alle mani prima dell'ultima diagonale, ma dopo quei torti dei giudici mica potevo rovinarmi da sola. Mi spettavano ancora due medaglie, una qui e l'altra all'Olimpiade».
Un motivo in più per proseguire sino a Rio de Janeiro, con questo quinto podio mondiale (i primi 3 furono in Danimarca), dal 2008 invece ci salì a livello continentale. Altre dediche sono per il fratello Ivan e il fidanzato Andrea Cingolani, bronzo europeo al corpo libero ma poi infortunato ai Giochi del Mediterraneo.
«Vanessa è la più grande ginnasta italiana di sempre - sostiene il guru Enrico Casella, che l'allena all'accademia di Brescia -, e qui è stata la prima delle umane, perchè Biles al corpo libero è di un altro pianeta. Anche noi abbiamo presentato un ricorso, eppure l'hanno rigettato».
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