Il freddo Texas congela le gomme della Ferrari e i sogni iridati di Fernando Alonso. Un incubo la pole del Gp Usa dominata da Vettel, che vola verso la tripletta iridata, mentre Alonso è solamente nono e per all'arretramento di Grosjean (cambio) scatterà una casella più avanti. L'asturiano fa peggio anche di Felipe Massa, settimo tempo (sesto in griglia). Di fatto la stessa identica qualifica di Abu Dhabi a piloti invertiti.
Le facce nel box di Maranello dicono molto di più delle parole. C'è delusione, tanta, quasi che si pensi già a metabolizzare la sconfitta. Perché un Vettel stratosferico dall'inizio alla fine, dal Q1 al Q3, toglie speranza e vieta illusioni. Poi è anche vero che Lewis Hamilton con la McLaren sia lì, a meno di un decimo. «Potevo essere ancora più veloce rivela lo sfrontato Vettel -. Ora conquistiamo il titolo costruttori. Alonso nono? Penso a me stesso». Una piccola bugia per Seb che già pregusta di festeggiare il suo terzo titolo al centesimo gran premio. Aveva iniziato a Indianapolis cinque anni fa, può chiudere il cerchio ad Austin: da un America all'altra.
Ad Alonso non resta che cercare alleati. Hamilton è uno di questi. Fernando ne individua altri: «Parliamo dopo la gara. Può succedere di tutto: incidenti, safety car e noi abbiamo una grande affidabilità. Anche ad Abu Dhabi eravamo lontani dalla Red Bull eppure abbiamo preso punti a Vettel». Sconsolato Fernando: «È stata una qualifica difficile. Siamo troppo indietro. Le gomme? Sono uguali per tutti, è compito nostro farle funzionare al meglio». E qui finisce nel mirino ancora una volta il box.
Alonso aveva le ultime novità tecniche, ma Massa senza è andato più forte. Fino a ieri in prova era successo solo a Monza (con Fernando tradito da un pezzo che costa un euro). La Ferrari ha avuto notevoli problemi a scaldare le gomme con le basse temperature della prateria texana. Per ovviare al problema la Rossa ha montato pneumatici «usati» nel Q3. Risultato: prestazioni peggiori per entrambi i piloti rispetto al Q2 (Massa con quel tempo sarebbe stato quarto in griglia). Cos'è successo? L'asfalto si è scaldato come mai era successo nelle libere e la strategia non ha pagato. Laconico Whitmarsh, team principal della McLaren: «Non so se ha funzionato».
E se la qualifica è stata in salita come dicono alla Rossa, la gara lo sarà ancora di più sin dai primi metri perché c'è una salitella che porta alla prima curva. Alonso parte dal lato sporco, in mezzo al gruppo e vicino avrà l'irrequieto Grosjean che gli è già volato sopra in Belgio, mettendolo ko. Condizioni estreme, insomma, per tentare di tenere aperto il mondiale fino all'ultimo atto. Vettel al via sarà virtualmente campione. Se il tedesco vince, Alonso deve salire sul podio per giocarsi tutto in Brasile. Serve un'altra rimonta.
Montezemolo dall'Italia prima della pole aveva detto: «Quando penso a fare squadra, il mio pensiero va alla Ferrari impegnata oltre Oceano». Stavolta la forza del gruppo può non bastare. Domenicali butta lì la ricetta: «Dobbiamo recuperare entusiasmo e attaccare». La notte americana della Rossa deve fare un miracolo.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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