Vezzali e Montano le ambizioni d'oro dell'Italscherma

Vezzali e Montano le ambizioni d'oro dell'Italscherma

Un anno fa, giorno più giorno meno aveva portato l'Italia sul podio olimpico dopo la prima giornata dei Giochi. Mai successo. Merito soprattutto della scherma che regalò subito tre delle sette medaglie vinte a Londra 2012. Disciplina che gode delle luci della ribalta ogni quattro anni, ma proverà a farlo anche stavolta nonostante il calendario l'abbia incastrata tra le rassegne iridate del nuoto e dell'atletica. La missione è scalare il mondo. O meglio restare sul tetto del mondo perché da oggi a Budapest si fa sul serio. Ad aprire le danze non sono due qualunque. Valentina Vezzali e Aldo Montano. Due campioni in carica uscenti perché a Catania nel 2011 in casa hanno fatto solo quello che sanno fare: vincere. Ventuno medaglie iridate per la mamma bis e onorevole; “appena” otto per il figlio d'arte e volto televisivo. Entrambi sono reduci da un anno più o meno sabbatico, così va di moda dire. Per questo entrambi devono passare dalle qualificazioni, anche se si presentano da detentori del titolo. Dopo l'Olimpiade la Vezzali ha avuto un altro figlio (nella spedizione c'è un'altra neo-mamma, Mara Navarria) ed è stata eletta in Parlamento. Montano ha preferito curare al meglio l'infortunio che comunque non gli aveva impedito di salire sulla pedana di Londra e conquistare il bronzo nella sciabola a squadre con un ultimo assalto da fuoriclasse. Due immortali, trentanove anni lei, trentacinque lui che non ne vogliono sapere di scendere dalla pedana e tengono aperta la porta a Rio 2016.
Dunque tocca a Montano e Vezzali, in ordine di programma, rompere il ghiaccio in una rassegna in cui l'Italia deve recitare da protagonista. Lo dicono le classifiche. A partire dal fioretto vera e propria roccaforte azzurra (tre ori su quattro a Londra). Ora gli azzurri vantano i numeri uno e due del ranking sia al femminile che al maschile: Arianna Errigo e la campionessa olimpica Elisa Di Francisca; Andrea Baldini e Andrea Cassarà, gli amici-nemici. L'unica incognita è la novità a fondo pedana: debutta Cipressa come ct che sulla sua strada troverà la Russia dell'ex Cerioni. Comunque il cambio sembra metabolizzato .
E a proposito di numeri 1, anche nella sciabola maschile schieriamo Diego Occhiuzzi protagonista di una stagione ad alto livello. E Paolo Pizzo nella spada difende il mondiale conquistato nella “sua” Catania.
Ripetere l'exploit dell'edizione siciliana di undici medaglie sulla carta è impresa ardua, ma in una disciplina in cui l'Italia è salita sul podio 306 volte nella storia nulla è impossibile.

La prima stoccata vincente è della Di Francisca: «Voglio una medaglia per dedicarla al ministro Kyenge, una donna determinata e con una grande forza di volontà». E poi la ricetta per vincere: «Quando le donne si uniscono e non litigano fanno grandi cose». Ma questo vale anche per gli uomini.

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