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Viste da lei

I paesaggi lunari, i sentieri sterrati e polverosi, le dune di sabbia. Il deserto del Sahara e le piccole cittadine del Marocco che ne fanno da cornice, sono i luoghi ideali per testare i veicoli più estremi di casa Nissan. Siamo nella regione di Errachidia, a qualche centinaia di chilometri da Marrakesh, poco lontano dal confine con l'Algeria. Quando entriamo nel piccolo centro di Erfoud a bordo dei massici veicoli giapponesi, ci guardano con euforia e curiosità. Siamo un po' l'attrazione del momento. Ci salutano, sorridono.

L'atmosfera cambia, però, quando sono io a guidare. Un gruppo di uomini mi indica, qualcuno ridacchia. Mi sento un'osservata speciale mentre sono costretta a rallentare a un incrocio. E gli sguardi diventano ancora più insistenti quando si accorgono che ci sono tre passeggeri a bordo della mia auto, e sono uomini, un giornalista e due Pr inglesi. Tre uomini che si affidano alla guida di una donna, un'immagine alquanto bizzarra per chi vive in quei luoghi e respira quella cultura. E pensare che ce la siamo cavata bene, visto che queste vetture, al di la dell'aspetto massiccio, sono adatte anche ad una guida femminile. Le dimensioni un po' spaventano certo, e anche l'altezza da terra, ma una volta a bordo si dimostrano davvero semplici da guidare. L'ampia visibilità ti fa sentire padrona della strada, e il magnifico lavoro sulle sospensioni va ad attutire le asperità del terreno.

Ci lasciamo alle spalle Erfoud e ci dirigiamo verso il deserto: è qui che i quattro veicoli Nissan (Terra, Patrol, Titan e Navara) possono dimostrare tutta la loro abilità. Alla guida del pick-up Navara, venduto anche in Europa, abbiamo attraversato un fiume, affrontato sterrati e distese di pietre e fango, e guidato per ore su una pista di sabbia infinita. Le strade impervie e le discese più ripide sono infatti il suo habitat. Ma è sulle dune che questa auto ha dato il meglio. Abbiamo sgonfiato le gomme fino a 1 bar, e mantenuto sempre una velocità progressiva cercando di non fermarci mai in salita, con il cuore che batteva forte e la paura di insabbiarci. E Navara non ci ha deluso.

Un'esperienza esaltante in una terra che di motori se ne intende; perché è su questi sterrati aridi e polverosi che fino a qualche anno fa si disputava la mirica Parigi-Dakar.

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