"Vivrò la libertà come un privilegio"

Quadarella: "Sto bene, però d'ora in poi nulla sarà più scontato"

"Vivrò la libertà come un privilegio"

Simona Quadarella è in isolamento, Simona Quadarella è positiva al Covid-19. Lei, regina d'Europa dei 400-800-1500 stile libero a Glasgow nel 2018, ha raccolto delle conferme mica da ridere nella rassegna iridata a Gwangju (Corea del Sud) l'anno scorso. L'oro nei 1500 stile libero e l'argento negli 800 sl hanno contribuito a tingere d'azzurro sfavillante le acque sudcoreane, come mai era accaduto prima. Quei sorrisi, ora, sono un po' offuscati da quel che ci si augurava di non condividere: un ospite sgradito nel proprio corpo e vigliacco nel suo incedere. Una lista purtroppo lunga nel gruppo nuoto in ritiro, 17 casi tra atleti e tecnici. Un collegiale a Livigno dai contorni da incubo.

Simona come sta?

«Le mie condizioni sono buone, sto bene. Non ho avuto sintomi e ho tanta voglia di tornare a nuotare».

Una prigione per lei. Rifarà il tampone settimana prossima. Che cosa si porta via da questa esperienza?

«Mi sono resa conto ancor di più della gravità della situazione. Credo che quanto mi sia accaduto mi porterà a non dare nulla per scontato. Vivrò l'uscire di casa come un grande privilegio».

Il momento più brutto?

«Non sapere quando potrò tornare ad allenarmi è stata sicuramente la cosa più brutta».

Lei, che fa della fatica un suo credo, come sta vivendo questa situazione, anche in chiave olimpica?

«Come una seconda opportunità. Non è facile da accettare, ma in definitiva abbiamo un anno in più per allenarci».

Aveva ripreso gli allenamenti il 24 agosto. Di vacanza decisamente poca e al Sette Colli...

«Quell'appuntamento non era stato preparato a dovere. È stata difficile la ripresa degli allenamenti, lenta perché non abbiamo sempre fatto delle doppie sedute. Per un mese ci allenavamo una volta al giorno. Per me è pochissimo facendo le distanze che faccio. Il mio obiettivo è molto più ambizioso come tempo e prospettive».

Il riferimento è alle Olimpiadi, per l'appunto, lei che non le ha raggiunte nel 2016.

«Saranno sicuramente quelle del riscatto perché non essere stata a Rio quattro anni fa fu una grande delusione e quindi poter essere al via in questa competizione è una soddisfazione notevole. Tuttavia, una volta lì, cercherò di godermi al massimo quello che farò proprio per dare il meglio nell'occasione che conta. So già che sarà un'esperienza che mi rimarrà nel cuore e quindi andrò lì per centrare l'obiettivo, ma anche per divertirmi a competere».

Divertimento e responsabilità. Lei è ormai una delle nostre «sorelle d'Italia»: un club esclusivo con Federica Pellegrini, Federica Brignone, Dorothea Wierer. Pressione?

«È sicuramente una responsabilità, ma non è una cosa che mi pesa.

Ci metto sacrificio, responsabilità e mi piace trasmettere questo messaggio agli altri. Per questo sono molto contenta di esprimere tutto questo, pensando anche di far arrivare un messaggio chiaro a chi fa sport, studia e lavora. È sia una responsabilità che una cosa che mi fa piacere».

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