
Pagato una settantina di milioni, bonus compresi, nell'inverno del 2022, Dusan Vlahovic è diventato strada facendo "il" problema della Juventus: prima per un rendimento sul campo che non ha rispecchiato le attese e poi per la pesantezza del contratto che lo lega ai bianconeri fino al prossimo giugno. Un contratto che a partire da luglio chiamerà 12 milioni e che la società, fin da quando c'era Giuntoli sul ponte di comando, avrebbe voluto rimodulare per le stagioni a venire: stesso punto di vista avrebbe anche Comolli, senza che però l'entourage del serbo abbia finora concesso alcuna apertura.
Così, il problema è diventato di non facile soluzione né pare possa essere particolarmente d'aiuto la vetrina del Mondiale per club: in panchina all'esordio con l'Al Ain e schierato solo nella ventina di minuti finali senza trovare la via della rete, il numero nove dovrebbe partire seduto anche oggi (ore 18), quando la Juve sfiderà i marocchini del Wydad con l'obiettivo vincendo di staccare il biglietto per gli ottavi di finale. Insomma: anche con Tudor in panchina, dopo essersi inizialmente ripreso il posto da titolare, Vlahovic è stato sorpassato da Kolo Muani, dimostratosi più completo e complementare alle caratteristiche dei compagni. Va da sé che, senza scendere in campo nei minuti che contano, il serbo abbia così poche chance di mettersi in mostra e di fare venire l'acquolina in bocca a potenziali acquirenti. Che magari ci sarebbero anche e non necessariamente in campionati periferici dove il giocatore ha già fatto sapere di non volere andare a giocare, ma che non hanno al momento intenzione di sobbarcarsi uno stipendio così pesante: siamo insomma di fronte a una situazione di stallo, dove nessuno vuole concedere alcunché e dove tutti pensano ai soldi.
E quindi: la Juve corre il rischio di dovere pagare uno stipendio da nababbo a un giocatore che non ritiene fondamentale e che potrebbe perdere a zero tra dodici mesi, mentre lo stesso attaccante non pare volere scendere a più miti consigli correndo il rischio di ingrossare il proprio conto in banca ma di perdere il feeling con il campo nella stagione che porterà ai Mondiali.