Tanto tuonò che piovve. Anzi, è arrivata la bufera. Che il cielo fosse cambiato sulla testa di Icardi si era capito ormai da tempo ma a squassare l'aria ci ha pensato un tweet, vergato dal profilo ufficiale dell'Inter. «Il club comunica che il nuovo capitano della squadra è Samir Handanovic». Boom. Un comunicato secco, poche parole per aprire un mondo. Perché se è vero che Handanovic nuovo capitano sia una notizia, è ancor più vero che la notizia grossa è che Mauro Icardi non lo sia più. Finita? Nemmeno un po'. Perché poco più tardi l'Inter rende nota la lista dei giocatori convocati per la sfida di Europa League di stasera contro il Rapid Vienna. E Icardi non è nella lista. Perché dopo essere stato degradato la società ha deciso di punirlo? No, è lo stesso ex capitano che ha rifiutato di partire con la squadra.
Una botta che rischia di destabilizzare l'Inter in un momento caldissimo della stagione. Non si tratta però di una punizione. Icardi paga colpe non sue. Chiare le responsabilità della moglie-manager Wanda Nara che goccia dopo goccia, sotto forma di parole e frasi e frecciate ha fatto traboccare il vaso della pazienza interista che, messa alle strette, ha deciso di prendere questo provvedimento. Forte, senza dubbio. Pericoloso, senz'altro. Specie perché l'Inter, dopo l'addio alla Champions, deve conquistare perlomeno il quarto posto, per gli introiti economici che solo la principale competizione europea possono garantire per permettere una pianificazione di alto livello. Ma probabilmente un gesto importante per dare un segnale forte a tutto l'ambiente e alla squadra: qui comandiamo noi e non accettiamo ricatti. Troppe infatti le sparate di Wanda per rimanere impassibili. «Queste cose hanno messo e mettono in imbarazzo la squadra e la società», ha detto chiaramente Luciano Spalletti alla vigilia della sfida con il Rapid. Che, inevitabilmente, perde di appeal. Dimostrazione di questo imbarazzo è rappresentato anche dalle reazioni di alcuni giocatori, sia alla scelta dell'Inter che alle sparate di Wanda. Brozovic sui social ha messo il suo like alle notizie che riguardavano il cambio di capitano mentre Perisic nei giorni scorsi avrebbe esternato il suo malumore dopo che la manager di Icardi aveva parlato in tv della sua situazione. Una situazione esplosiva anche nello spogliatoio che di fatto ha creato terra bruciata intorno a Mauro. E che ha portato al provvedimento. «È stata una decisione difficile e dolorosa, assolutamente condivisa da tutte le componenti e presa esclusivamente per il bene dell'Inter» ha detto Spalletti, unico interista (insieme al blindatissimo Politano) a parlare ieri. L'allenatore, visibilmente infastidito dal doversi sbrigare da solo la patata bollente, ha aggiunto anche che Icardi ci è rimasto, che ha scelto lui di non partire con la squadra nonostante la convocazione e che la decisione «è stata presa nel momento giusto, è stata ragionata bene perché nelle famiglie chi ti vuole bene ti dice le cose come sono», specificando che «per noi è chiusa qui, noi vogliamo usarlo per la qualità del ragazzo che è forte».
Ancora da valutare però se il rifiuto alla trasferta viennese porterà ulteriori provvedimenti. Per oggi è previsto che prenda la parola anche l'ad Marotta, tessitore della vicenda finora silenzioso. Di certo la mossa dell'Inter cambia tutto lo scenario di fronte a un rinnovo che, a questo punto, difficilmente arriverà.
Di certo si è ridotto il potere contrattuale di Wanda Nara che ora, se vorrà togliere le tende, dovrà portare alla società quell'offerta a tre cifre che l'Inter chiede per il suo bomber, quello che una volta era il suo capitano.
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