Wierer, l'insostenibile bellezza della vittoriaLe facce della medaglia sono entrambe d'oro

Dopo l'inseguimeno trionfo dell'azzurra anche nella 15km individuale Subito 2 errori al poligono, ma Doro è ripartita: «Mi sono detta: Fai il bis...»

Wierer, l'insostenibile bellezza della vittoriaLe facce della medaglia sono entrambe d'oro
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Le due facce della medaglia sono entrambe d'oro. La ragazza di Rasun ha colpito ancora e affondato la concorrenza: Dorothea Wierer ha vinto il secondo oro in 48 ore, terzo sigillo in 4 gare ai Mondiali sulle nevi di Anterselva, senza aver ancora gareggiato nel suo format, la mass start che arriverà domenica, dopo le staffette. Doro splende imbattibile: qualunque ostacolo le si pari davanti, lei - apprendista apripista, diventata maga e signora del Biathlon azzurro ti sa servire una pozione micidiale di consapevolezza, talento, impegno, vento e fortuna. L'oro nella 15 km individuale di ieri, trentesimo sigillo per l'Italia, è agli antipodi del primo, colto domenica nella gara ad inseguimento. La pursuit è stata, prima, la cronaca di una rimonta dalla settima posizione e, poi, un crescendo di tattica che ha permesso a Wierer di tagliare il traguardo quasi in passerella. Per cogliere, invece, la doppietta di ieri, Doro ha dato tutto, al poligono e poi sugli sci. Spietata anche con se stessa, nella spinta tenace sui binari sottili dell'incertezza, al poligono si è caricata la colpa di due errori iniziali che ne hanno limato, prima, la sicurezza, poi esaltato l'azzardo: «Dopo gli errori mi sono detta che sarebbe bastato l'argento spiega Wierer -: ma, ad una curva, ho pensato: Scherziamo? Provo a prendermi anche questo oro!. Ho sbagliato, ma è difficile anche per le altre».

Ecco la differenza fra la prima della classe e una fuori classe, che non si accontenta, soprattutto davanti al suo pubblico e dove non aveva mai vinto prima, anche per via dello stress da campo amico: «Aver già un oro, mi ha liberato la mente». E allora Doro va: gli allenatori, schierati lungo il percorso, corrono, si sgolano, incespicano nella neve per trasmetterle ogni dettaglio su una corsa che si costruisce individualmente, ma anche sull'andamento delle altre. Wierer ha visto, prima di partire, alcune big sbagliare, altre far un percorso netto. Sa e non sa: «Non ho sentito quasi nulla da radio gara, ho solo pensato a dare full gas», dirà lei, ringraziando, però, il team senza il quale nessun acuto diviene appieno un assolo da applausi. Wierer svolta al terzo poligono che va liscio, trema più vistosamente all'ultimo, poi va. Forte di 22 sulla tedesca Vanessa Hinz, che resta superba ma d'argento. Terza è, a 158, la Norvegia di Marte Roeiseland, ma non quella spompa e mogia dell'altra vichinga Tyril Eckhoff, ieri solo 15sima. Fra lei e Wierer cresce, così, anche il solco in classifica generale per questi Mondiali che portano punti per la coppa del Mondo.

Due bronzi olimpici e 44 podi in carriera, ora Doro, a 29 anni, si ritrova leader di Coppa, con 94 punti di vantaggio.

In carnet ha già la overall dello scorso anno, la prima per un'atleta azzurra, oltre a due coppette di specialità. Le medaglie mondiali, dal 2013 ad oggi, sono, per ora, nove, tre per metallo, ma da qui a domenica il vento ad Anterselva può soffiare ancora e scandire il nome della sua campionessa Doro.

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