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Zaf come Zac, il Monza va a Brocchi

Il Cav esonera il tecnico che non gli ha fatto ancora vincere una partita

Zaf come Zac, il Monza va a Brocchi

Da Zac a Zaf: repetita iuvant. E forse adiuvant. Stesso padrone, stessa fine in nome della stessa idea di calcio. Conta vincere e Z non fa l'orgia del potere. Al contrario. Da Zaccheroni a Zaffaroni c'è sempre qualcosa che suona male all'orecchio di patron Berlusconi. Quando si parlava di Milan pesavano incomprensibili scelte tecnico-tattiche dello Zac (chiedere a Boban), oltre alle idee politiche. Stavolta, invece, sono pesati i deprimenti risultati ottenuti da Marco Zaffaroni, il tecnico del Monza che, anziché sentirsi toccato da una bacchetta magica grazie all'innesto societario del duo Berlusconi-Galliani, sembra aver acchiappato un cocchio senza cavalli. Talvolta i segni del destino sono inconfutabili: un punto in tre partite, ovvero nessun successo da quando è cambiato il padrone, tre sconfitte e due pareggi in cinque incontri dopo aver cominciato il campionato di serie C con tre successi di fila, è troppo anche per il più paziente dei presidenti.

Non avremmo riconosciuto Berlusconi se non avesse salutato mister Z. Si potrà pure scendere di categoria calcistica, ma non si possono dimenticare i propri riferimenti: vincere e giocar bene. E in quanto a riconoscibilità, l'ex presidente del Milan non ha tradito ancora una volta: ha ripescato Christian Brocchi, che nel cuor gli è rimasto pur avendolo licenziato dopo una poco fortunata conclusione del campionato rossonero nel 2016.

Dall'effetto Z al fattore B, stavolta la mission(e) è chiara: portare il Monza alla promozione. Non si può derogare. Anzi: innanzitutto vincere una partita. Dopo le esperienze a Brescia e in Cina, il nuovo tecnico potrà dimostrare che Berlusconi non aveva visto male. Eppoi, al presidente, manca un allenatore vincente con il fattore B. Leggi: Sacchi, Capello, Ancelotti, Allegri.

Brocchi si sbrighi.

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