di Tony Damascelli
Z amparini Maurizio è un astuto presidente di calcio e valido imprenditore. Usma football, è da formula uno quando intuisce i campioni, ha ancora il foglio rosa con gli allenatori. Ogni tanto gli va di scherzare con le parole. Per esempio un giorno disse di Mutu che era uno zingaro. Voleva dire altro, fu frainteso. Un altro ancora confermò Sannino, poi Panucci, poi Mutti, poi Guidolin, poi Zenga o Ballardini, Delio Rossi o Colantuono, dal primo, Ferruccio Mazzola, all'ultimo il Ballardini di cui sopra, una ditta di occupati, disoccupati, preoccupati ma sempre pagati. Ultimamente, si fa per dire, ha accusato Gianni Infantino di avere comprato i voti per l'elezione alla presidenza della Fifa. Poi ha tirato fuori i soliti sospetti sulla lotta per non retrocedere, Frosinone, Carpi e compagnia giocando. Ora ha annunciato la salvezza del Palermo già sicuro che l'Hellas verrà in gita sull'isola, guarda, a volte, come in una sola settimana gira il fumo.
«Furbescamente ho lanciato un messaggio» ha spiegato al colto e all'inclita, Zamparini.
Quell'avverbio, «furbescamente», usato a proposito come se parlasse allo specchio, fa tornare alla mente una frase di Giuseppe Prezzolini, assente nella lista degli allenatori del Palermo: «Il furbo è sempre in un posto che si è meritato non per le sue capacità ma per la sua abilità a fingere di averle». Alla prossima.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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