Riccardo Re
Una serata da amarcord. Vecchie glorie della Sportiva Nervi tutte assieme, non in acqua, ma a cena. Scende così per la prima volta in «campo» una squadra capace di raccogliere tutte le formazioni bluarancio di quella gloriosa pallanuoto ligure degli anni sessanta.
Ventitrè campioni in tutto. Pochissime le defezioni, rigorosamente giustificate. C'è chi, per non mancare, è arrivato da lontano. Nicola Lippolis, formidabile attaccante di allora, ne ha fatta di strada per essere presente: è arrivato dal Brasile, dove ormai vive da anni. C'è anche il campionissimo Dante Rossi, medaglia d'oro con il settebello alle Olimpiadi romane del 1960. Lui era l'unico «foresto» in quella squadra dove tutti si conoscevano dalla nascita e venivano, come ricordano con orgoglio, «dalla ciassa, dal porticciolo o da poco più in là». Altri tempi, insomma.
Non manca Enzo Barlocco: medaglia di legno a cinque cerchi in Messico nel '68, e oggi noto giornalista sportivo de La 7 . Le diverse strade che si sono percorse nella vita però, per una sera non contano più, e questo è chiaro. Lampante. Il sapore dell'incontro riporta tutti quanti indietro negli anni, sullo stesso piano, a quando il cammino era comune. Perché intorno a quel tavolo c'è il gusto di amicizie vere e lontane. C'è voglia di scherzare, e vivere in un autentico flashback anche per chi oggi non c'è più, come il grande capitano Fenisio Brughieri e gli indimenticati Franco Tentori e Attilio Barile. Circola un album straripante di articoli ingialliti dagli anni, che testimoniano le gesta di una squadra che ha contribuito a far diventare la pallanuoto uno degli sport più amati, in Liguria e non solo.
Vecchie foto in bianco e nero rivelano come il tempo sia trascorso inesorabile anche sui volti di chi è stato campione. Dopo tanti anni, in molti si riconoscono a stento: incredulità e commozione segnano l'impatto del nuovo incontro. Però loro sono gli stessi. Sono quelli che vinsero più titoli italiani giovanili e che collezionarono una serie di secondi posti nel campionato maggiore alle spalle dell'imbattibile Pro Recco di quegli anni (13 scudetti sui 15 in palio dal 1959 al 1973). Sono quelli che giocavano in mare e che in trasferta si tuffavano ovunque, persino nelle acque gialle dell'Arno di Firenze con quei galleggianti in legno che sbattevano sui muscoli in tensione. Sono quelli che sono stati più volte nell'orbita della nazionale, giovanile e assoluta. Sono quelli della pallanuoto antica, che ricordano sia confessando con un sorriso terribili falli sotto il livello dell'acqua, sia scherzando su passaggi sbagliati, non ancora dimenticati.
Riaffiorano aneddoti emozionanti che sanno di leggenda. Come quello storico 4-4 con la Pro Recco di cui nessuno ha potuto fare a meno di parlare. «Sembrava di avercela fatto, quando Eraldo (Pizzo, ndr), allenatore e giocatore bandiera di quel Recco, ci raggiunse con due palombelle, che trasformarono quello specchio d'acqua in una bolgia» ricorda Lillo Morbelli, micidiale difensore, oggi allenatore degli esordienti. Ognuno ha una storia da raccontare, da Carlo Ravazzoni (pioniere di quella squadra e fratello di Cesare, presidente dal '55 al '60), a Silvio Boero, in acqua per la prima promozione del Nervi in serie A, nel '56. Dal talentuoso Bruno Dapelo al centrovasca Angelo Cilio, dal difensore Maurizio Boccardo, all'ex segretario Pino De Lorenzi.
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