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Sprechi e gaffe, un sito web imbarazza il governo

Palazzo Chigi rifiuta di spiegare come ha speso 45 milioni per il portale "Italia.it"

Sprechi e gaffe,  un sito web imbarazza il governo

Milano - Riassumendo la risposta del governo sarebbe: fatevi gli affari vostri. Con tanto di premessa giuridica, visti gli articoli ecc., ma alla fine i cittadini che chiedevano spiegazioni sono rimasti a becco asciutto. Millecinquecento firme per la precisione, in gran parte professionisti del web, cioe persone competenti in materia, raccolte dal sito Scandaloitaliano.org e spedite al premier Prodi e ai ministri Rutelli e Nicolais. Giusto così, per sapere come sono stati impiegati i 45 milioni di euro spesi per mettere in piedi, dopo una gestazione lunghissima, il portale del turismo italiano Italia.it. Cifra che ai piu pare stratosferica per un sito Internet. Una lettera in cui si richiedeva semplicemente «come atto di trasparenza e di buona volonta la messa a disposizione della documentazione relativa alla realizzazione del portale».
Ecco, dopo una prima risposta ufficiale di Palazzo Chigi in cui si rimandava al parere di una fantomatica «Commissione per l’accesso ai documenti amministrativi», la risposta definitiva è arrivata. Comunica il capo del dipartimento per l’innovazione tecnologica di Palazzo Chigi, ing. Ciro Esposito: «Con riferimento all’istanza (...) attinente la realizzazione del progetto del portale del turismo italia.it, si comunica che, l’istanza presentata non possa essere accolta». E perchè? Secondo l’ingegner Esposito non può essere accolta questo tipo di richiesta perche nata «dall’aggregazione spontanea “Scandaloitaliano”, dal momento che la semplice riunione di soggetti non legittimati all’accesso non puo creare ex se la prescritta legittimazione in capo alla riunione stessa». Fuor di burocratichese significa che una semplice e spontanea richiesta di trasparenza fatta da semplici cittadini rispetto alla gestione del denaro pubblico non vale nulla, zero.
Il blog è stato invaso dalle reazioni dei firmatari. Alcuni suggeriscono una scappatoia legale per fare pesare, di fronte al cavillo governativo, la richiesta fatta. «Basta costituire un’associazione che abbia qualche forma giuridica e che ci rappresenti», suggerisce uno dei pretori. «Si puo ricorre alla corte europea», spiega un altro. «Chiamare il Gabibbo o Le Iene?», si chiede un altro ancora. Anche perche, malgrado la spesa galattica per crearlo, il portale dell’Italia non è proprio un capolavoro. Si contano a dozzine gli strafalcioni, gli errori, le grossolanità. La citta natale di Giacomo Leopardi? Porto Recanati. Un grande regista italiano? Gioacchino Fellini. La cosa che rende famose le Marche? Luogo di nascita del famoso Federico II da Fabriano. Ma non era di Jesi? Sì, toppato. E quante province ha le Marche? Sul sito 4, in realtà c’è anche Fermo. L’Isola d’Elba? «Nota per aver ospitato Napoleone Bonaparte durante l’esilio, passando per piccoli gioielli chiamati Isola del Giglio, Giannutri, Pianosa, Scoglio d’Africa». Peccato che lo scoglio d’Africa è all’Argentario. E Porto Venere? A ponente. L’Anas? L’associazione nazionale allevatori suini.

I testimonial della Lombardia? «George Clooney, Dan Brown, Brad Pitt, Angelina Jolie, Michael Douglas, tutti invidiosi che il bel George si sia accaparrato la villa piu bella del lago».

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