Spuntano altri teste: caccia all’auto rossa

Un pò come sfogliare la margherita. Cercando una risposta che da ormai 17 giorni non arriva.
Stanno provando di tutto polizia e carabinieri, specialisti dello Sco e del Rac, persino le visioni dei medium hanno verificato. In attesa di un riscontro oggettivo, di un qualcosa che possa dare il là a un’indagine che non decollla. Dov’è Yara? Chi l’ha «rubata»? Non c’è un movente certo, non un indagato ma solo e soltanto ipotesi.
C’è chi va di qua, chi dalla parte opposta. Gli uomini dell’Arma continuano a battere le campagne, i cascinali, ripardendo dal cantiere di Mapello dove ha portato l’olfatto dei cani. Coi georadar «guardano» persino nel cemento. In cuor loro sperando di non trovare un cadavere. Poi si fruga nella zona di Tresolzio, ovvero l'area di campagna che si trova proprio tra via Marconi (la strada che da Brembate porta a Mapello) oltre alla zona industriale e all'area del centro sportivo del paese. Luoghi che fin dai primi giorni i carabinieri avevano battuto, ma dove, nelle ultime ore sono tornati più volte. Qualcuno avrebbe notato due uomini fermarsi in auto vicino ad un campo di granoturco da quelle parti. «Uno è sceso- raccontano-, si è messo a cercare, poi quando ha raccolto qualcosa da terra ha alzato un braccio in segno di trionfo». Il gesto di chi ha trovato il «tesoro». Forse -ipotizzano gli investigatori-il telefonino di tredicenne evaporata nel nulla.
Dalla parte opposta di Brembate si muovono i poliziotti. Loro sembrano poco convinti dalla pista fiutata dai supersegugi arrivati persino dalla svizzera. I cani potrebbero aver annusato vecchi odori, tracce precedenti. Squadra mobile e Sco, seguono la strada di Yara a ritroso, lungo quei settecento metri che separano casa Gambirasio dal Palazzetto dello sport. E si affidano alle perizie sulle tracce del cellulare.
Da un paio di giorni c’è un ordine ferreo, che vale in mezza Lombardia: controllare le auto color rosso. Il racconto del primo testimone, quell’Enrico Tironi, inizialmente denunciato dai militari per procurato allarme, non sembra assolutamente peregrino. È sì un po’ diverso da quanto lui stesso ha detto a tv e giornali, ma le sue parole trovano riscontri con almeno un altro paio di testimonianze. Quell’auto di piccola cilindrata, rossa, con qualche ammaccatura, sarebbe stata notata da almeno 2 persone diverse. C’è chi l’ha vista nella zona della palestra, chi non lontano dalla villetta rossa di via Rampinelli. «Parlava con due adulti, all’apparenza italiani» aveva detto Tironi, la macchina era in doppia fila, le quattro frecce accese, loro tre a una ventina di metri». Ma non è chiaro se quel presunto incontro sia avvenuto prima o dopo l’ora di «ginnastica».
Gli investigatori fin da subito hanno scavato nella vita dela famiglia.

Si parla degli incroci pericolosi, ma dovuti al lavoro, del papà di Yara con due imprenditori finiti in galera nei mesi scorsi per storie di droga. Una pista anche questa, ma per ora debole. Lui, Mauro gambirasio, per una volta parla. Ed è secco: «Chiedete in giro sul mio conto, non ho nulla da nascondere.

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