Ci vuole lo scudiscio. Lo scudiscio delle aspre censure lette al ritorno da Tbilisi. Come al solito, viene da aggiungere. Perchè questo è il carattere dei calciatori italiani, di ogni tempo, di ogni ciclo mondiale. Devono sentire lo scudiscio dei voti bassi in pagella per tirare fuori una serata divertente e colma di buone giocate, quella di ieri sera a Torino, sotto gli occhi divertiti di Trap a Tardelli che adesso, sulla scia dell’Italia, possono andare in carrozza al secondo posto e tenere la Bulgaria a distanza di sicurezza. Ci vogliono lo scudiscio e il talento recuperato di Andrea Pirlo che è l’unica, vera musa di questa Nazionale. Senza di lui, non si può andare molto lontano. Perciò bisogna salutare la scelta di Lippi con un segnale positivo. È inutile tenerlo là dietro, come nel Milan, a fare da trincea alle discese altrui. Meglio dedicare alla missione difensiva De Rossi che ha più fisico e anche più tigna. Mentre Pirlo può tessere la tela e disegnare il calcio di cui ha bisogno l’Italia per divertire il pubblico dell’Olimpico di Torino e trovare anche i gol, finalmente. Prima con un difensore, con Grosso, l’uomo di Berlino, poi con lo specialista, Vincenzone Iaquinta che dimostra anche qui, in azzurro, come nella Juve, di attraversare un momento di forma strepitoso.
Ci vuole lo scudiscio, oppure il rischio ripetuto, a metà della ripresa, di subire il ritorno della Bulgaria, per ottenere dalla Nazionale il secondo gol che in pratica mette gli azzurri al riparo da ogni sorpresa nel girone.
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