8 a Eva Henger. Un talento poliedrico. Sul percorso dell'Arco di Costantino a Roma lex regina del porno si è aggiudicata la settima edizione della Celebrity Cup, gara di golf per dilettanti allo sbaraglio. Per la prima volta alle prese con mazze e buca, si è trovata - come dire? - subito a suo agio. «Ho avuto solo un gran fattore C» dichiarava giuliva al termine della prestazione: come darle torto?
6- a Greg Norman. Filosofo. «Si può essere un garbato vincitore, ma si deve essere un garbato perdente», sostiene giustamente l'australiano. E tutte le volte che ha buttato alle ortiche fior di Major apparentemente già vinti, ce lo ha magnificamente dimostrato. Ma soprattutto ci ha mirabilmente insegnato che si può essere uno «squalo» - questo era il suo soprannome ai tempi ruggenti - ma avere i «cocones» di una sardina!
5,5 a Tiger Woods. Incompreso perché troppo forbito. A soli 31 anni è già milionario da almeno un decennio. In prize e appearance money e contratti pubblicitari ha guadagnato così tanto da far impallidire un altro re Mida dello sport, Michael Jordan. È ricco, ricco, ricco sfondato. Così ricco che, poverino, non gli è più possibile esprimersi in parole povere...
4 ai boss di Saint Andrews. Virilmente riformisti. Hanno reso noto che durante lo svolgimento del prossimo British Open, non saranno in agenda esami antidoping sui giocatori, ma piuttosto innovativi e quanto mai approfonditi test alle tasche degli spettatori, allo scopo di evitare che i noiosissimi cellulari possano varcare la sacra soglia di Carnoustie. Wow! I telefonini sono più pericolosi degli steroidi. Lo sapevate?...
1 a Michelle Wie. Il trucco c'è e si vede. Si può tranquillamente escludere l'emozione dalla lista dei motivi che avrebbero causato il pessimo gioco e il conseguente vergognoso ritiro della talentuosa adolescente hawaiana dal Ginn Tribute Open.
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