Cultura e Spettacoli

Squitieri racconta il cinema con la Cardinale superstar

Il regista comincia le riprese di un docudrama per Odeon Tv: questa Rai è sorda alle mie idee

da Roma

Repliche. Frattaglie. Il commissario Rex come traino al Tg1 e zero informazione serale su Raiuno, perché Bruno Vespa va al mare: questa sarà l’estate televisiva italiana, dati i palinsesti di cui ha appena discusso il CdA. Logico, quindi, che Fausto Bertinotti sia partito all’attacco di un Viale Mazzini bloccato nell’impasse. «Questa Rai non mi piace», ha detto il presidente della Camera, «né si nota la differenza tra servizio pubblico e commerciale». E siccome Rai e Mediaset appaiono distanti dal Paese reale, perché autoreclusi sul pianeta della raccolta pubblicitaria, si appresta a imboccare una terza via Pasquale Squitieri, il regista napoletano già senatore della Repubblica (dal 1993 al 1996), che fa i botti di Piedigrotta, mentre lancia la sua idea, da realizzarsi con la compagna Claudia Cardinale.
Sanguigno e sempre sul chi va là, quando tratta con la stampa, Squitieri parte in quarta, criticando l’attuale produzione audiovisiva, «stretta tra due Moloch, Rai e Mediaset». Certe mortificazioni gli bruciano ancora: la Rai non manda in onda il suo spot sulle morti bianche, di drammatica attualità, né si è vista una sola scena del suo film L’avvocato De Gregorio, interpretato da Giorgio Albertazzi. «Possibile che non ci si debba più muovere, bloccati tra il Ministero e una Rai, capace di rifiutare un progetto del maestro Bernardo Bertolucci, per esempio?», tuona l’artista, ora supportato dalla neonata Casa di produzione Oidé, dietro alla quale c’è Raimondo Lagostena, figlio della nota avvocatessa Tina, insieme ad Augusto Caminito. «Un tempo avevamo maestri come Fellini, Antonioni, Rosi e dunque non ci si meravigliava se i film di Lino Banfi avevano successo: c’era spazio per tutti. Il dramma è che è rimasto Un medico in famiglia, mentre il costume degenera e il mercato vince sulla qualità del prodotto», nota Squitieri, che a maggio comincerà le riprese di Vita di una italiana, un docudrama in otto puntate sulla vita privata e la carriera artistica di C.C., scritto da Giordano Bruno Guerri, in onda su Odeon Tivù, che non sarà un gigante di televisione, ma potrebbe essere la fionda che lancia sassi fastidiosi.
«Vogliamo uscire dai canoni, esserci sul mercato, anche estero. E partiamo con una star di grande impatto, per dire: finalmente si può fare qualcosa di diverso. Perché in Rai lavorano solo le studentesse di Lettere, raccomandate dai loro amanti. Noi, invece, rimaniamo autori e proprietari delle nostre idee», intima il regista. Il quale,ancora per Odeon Tivù, girerà la miniserie Lo sbirro, con Gianfranco Funari nel ruolo d’un commissario in pensione.
Nel corso di Vita di una italiana, da girarsi tra Roma, Tunisi e Parigi (nella casa di proprietà della Cardinale), lo storico e giornalista Giordano Bruno Guerri intervisterà l’attrice, che parlerà di sé, ricordando la situazione politica italiana ai tempi de La ragazza di Bube, o rievocando il suo incontro con Fellini, all’epoca di 8 e ½. A intervallare il ping-pong della memoria, ci saranno brani di cinegiornale, filmati d’archivio e altro materiale documentario. «La filmografia di Claudia, con la quale, nel 1998, recitai nel film storico Stupor mundi, copre l’intera storia italiana: dal fascismo di Claretta alla Resistenza de La ragazza con la valigia.

La sua esperienza umana mi colpisce», spiega Guerri, che si servirà anche delle interviste alla diva, realizzate da Pier Paolo Pasolini e da Alberto Moravia, intellettuali amanti della scontrosa musa d’Africa.

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