Andrea Fanì
A sentire il sindaco di Parigi, Bertrand Delanoë, Londra ha vinto per «strani colloqui notturni tra Blair, Coe e diversi membri del Cio». Ma Bertrand Delanoë ha perso, e non è difficle comprenderne la frustrazione. Quindi: ha vinto Londra. E i motivi, a giochi fatti e a Giochi assegnati sembrano chiari.
Uomini. Lord Sebastian Coe, oro nei 1.500 metri a Mosca 80 e Los Angeles 84, presidente della delegazione britannica dal maggio 2004, ha compiuto un capolavoro: ribaltare il pronostico, correggendo i difetti scovati nella macchina olimpica londinese logistica e impianti e dando una sensazione di sicurezza alla Commissione del Cio. Fondamentale anche Tony Blair: il premier ha puntato molto su uno slogan, «leredità dei Giochi», rivelatosi vincente. Nessuno ha fatto meglio. E nessuno ha dato una così forte impressione di squadra affiatata, di compattezza del gruppo nel promuovere la candidatura.
Immagine. La parola «multiculturale» è entrata subito nel vocabolario della candidatura. Londra è una città che ospita oltre 200 gruppi etnici, città in cui si parlano più di 300 lingue, in cui il 25% dei cittadini viene dallestero. Anche New York e Parigi sono metropoli «miste»: ma solo Londra sa regalare una piacevole sensazione di tolleranza, di universalità. E luniversalità è valore fondante dello spirito olimpico: impresso nella bandiera. Tutti lo sanno, pochi ne forniscono modelli convincenti.
Progetto. Tre concetti: sviluppo, eredità, funzionalità. LOlympic Park (con villaggio e stadio) e le strutture della River Zone sorgeranno nellEast End, la parte più povera della capitale. Dopo i Giochi (ecco leredità) tutte le strutture verranno riutilizzate come abitazioni (per le famiglie meno ricche), scuole, parchi e impianti per i giovani. Ken Livingstone, il sindaco: «Useremo i Giochi per trasformare le prospettive dei bambini dellEast End». Il messaggio, lo sport che rinnova e migliora anche materialmente la società, ha colpito i membri del Cio. Rogge: «Mi ha impressionato la determinazione a lasciare una forte eredità sociale e sportiva al mondo intero. Sono stato davvero commosso dal messaggio». Ma il progetto va oltre. La collocazione dei tre «poli» sportivi, con il Parco a metà strada tra Central (Regents Park) e River Zone, garantirà spostamenti facili e veloci ad atleti e addetti ai lavori. Funzionalità massima, senza dispersione e confusione. Il Cio chiedeva Giochi «a misura duomo»: è stato accontentato.
Impianti pronti. Alla vigilia del voto si stimavano nel 60% delle strutture totali. Altre candidate erano messe meglio (vedi Parigi). Poi uno legge: Wimbledon, Wembley, Regents e Hyde Park, Lords Cricket Ground, Horse Guards Parade. E pensa che quel sessanta vale seicento: il blasone e la storia contano.
Trasporti. Sarà vietato lingresso nella zona olimpica a tutti i veicoli privati. Quello che sembrava un limite è invece uno dei punti principali a favore del progetto londinese. Gli spostamenti saranno assicurati da dieci linee ferroviarie nove già complete, la decima, pronta entro il 2007, collegherà la città direttamente con il tunnel della Manica convogli ogni quindici secondi e un volume medio di passeggeri di quasi sei milioni di persone al giorno. La Commissione del Cio che ha visitato Londra nel febbraio 2005 aveva scritto: «Giudizio finale ottimo. Candidatura di altissima qualità. Qualche riserva sul sistema dei trasporti». Probabilmente non lo scriverebbero ancora. Qui si sono visti il lavoro e la strategia di Coe: trasformare in pochi mesi una debolezza in fiore allocchiello.
Sicurezza.
Appuntamento al 27 luglio (giorno più, giorno meno): anno 2012.