Per lo stadio è l'ora dei conti tra veti, dubbi e retromarce

La delibera per la vendita forse in giunta già giovedì. Lo scoglio sono i numeri nonostante il patto Sala-Pd

Per lo stadio è l'ora dei conti tra veti, dubbi e retromarce
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Ci sarà anche uno spezzone "Salva stadio" nel corteo nazionale di sabato contro lo sgombero del Leoncavallo. La manifestaizone "Giù le mani dalla città" sta diventando un collettore di mal contento e proteste su vari temi dell'urbanistica milanese. Così più di 200 docenti universitari di tutta Italia, tra cui urbanisti, architetti, giuristi, sociologi, antropologi, filosofi hanno inviato qualche giorno fa al sindaco, alla giunta e ai consiglieri comunali un appello perchè "vengano fermate e ridiscusse le operazioni immobiliari sotto inchiesta a Milano, in primis San Siro". In contemporanea il Comitato "Sì Meazza" ha presentato un nuovo esposto alla Corte dei Conti sulla vendita dello stadio a Inter e Milan in cui si sostiene che il Comune dovrebbe pretendere il risarcimento "dei danni" dai club milanesi "che non possono che equivalere al costo di costruzione di un nuovo stadio comunale" a fronte delle dichiarazioni dei club che lo stadio non può essere ristrutturato per cattive condizioni in cui versa, dal punto di vista strutturale e impantistico.

Questo è il clima in cui la vicesindaco con delega all'Urbanistica Anna Scavuzzo sta preparando la delibera per la vendita dell'impianto e delle aree limitrofe a Inter e Milan. Così se già due consiglieri del Pd e altri 4 della maggioranza (3 Verdi e uno del Gruppo misto e l'incognita di un altro della lista sala) hanno già dichiarato che non la voteranno, a peggiorare i mal di pancia è arrivata la notizia di un scomputo di 30 milioni di euro da parte di Palazzo Marino per il costo di bonfica delle aree, che porterebbe a un ricalcolo del prezzo di vendita, da 197 a 160 milioni di euro. Ecco quindi che una prima ipotesi sarebbe quella di portare la delibera in giunta giovedì per poi farla approdare in consiglio dopo la commissione consigliare. Questa data sembra troppo ottimistica del momento che domani si terrà un incontro tra il Pd, la vicesindaco Scavuzzo e alcuni tecnici comunali per illustrare la bozza dell'accordo con le squadre e definire il cronoprogramma. Il tempo stringe dal momento che il 10 novembre dovrebbe scattare il vincolo sul secondo anello del Meazza, che impedirebbe la demolizione. Ecco quindi che la delibera potrebbe slittare alla settimana successiva.

Lo scoglio del consiglio sono i numeri, con cui apporvare la delibera: se da un lato infatti il patto tra sindaco e Pd prevede che il Pd sostenga l'azione di governo della giunta a partire proprio dalla delibera su San Siro, ma appunto sono già 6 su 31, si teme che qualcun altro possa non presentarsi al voto. Da parte suail centrodestra va a briglie sciolte: Fdi non parteciperà al vot, FI appare divisa (il cooirndatore lombardo Sorte ha invitato a non partecipare) mentre la Lega è a favore.

Se la delibera dovesse passare grazie ai voti dell'opposizione è già pronta la richiesta di dimissioni per Sala, mentre se dovesse venire meno il numero legale, si andrebbe in seconda convocazione rendendo più facile il lavoro alla centrosinista, perchè sarebbero necessari la metà dei voti per farla passare.

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