Stalking e violenza, incubo per una 21enne

Una finestra lasciata aperta, alle tre di un pomeriggio di canicola, in un strada di Cassano d’Adda: è attraverso quella finestra che per una ragazza di ventun anni, mercoledì pomeriggio, si è materializzato un incubo. Il suo ex ragazzo, peruviano come lei, che da tre mesi cercava di chiudere fuori dalla sua vita, e che invece le riappare davanti, ubriaco fradicio, e con una bottiglia di birra vuota. Spacca la bottiglia sul davanzale. Lei urla, ma nessuno la sente. La madre è uscita a fare la spesa. L’ubriaco le salta addosso, sotto la minaccia dell’arma improvvisata la stupra a lungo: è il culmine, la brutale ultima puntata di una serie di persecuzioni iniziate quando lei aveva deciso di fare a meno di lui.
«Lei in aprile aveva trovato il coraggio di troncare la relazione», racconta il capitano Camillo De Bernardo, comandante della compagnia di Cassano dell’Arma. Sono stati i carabinieri a fermare lo stupratore poco dopo: la ragazza era riuscita ad uscire di casa dopo la violenza, lui l’ha inseguita e aggredita ancora, lei ha urlato di nuovo.
Ma stavolta qualcuno ha sentito, e ha chiamato il 112.

Ai carabinieri la ragazza racconta di mesi di minacce, di botte, di appostamenti, di telefonate che l’hanno costretta a vivere quasi da reclusa. Per il sudamericano diciannovenne scatta l’arresto per stupro, stalking, violazione di domicilio.

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