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Da stamane si ritorna a volare ma è allarme per una nuova nube

Dal quartiere generale di Eurocontrol a Bruxelles assicurano che, dalle 8 di stamane, si torna a volare in mezza Europa perché «la minaccia va diluendo». Cieli riaperti, incubo finito? Forse non ancora. Perché nella notte piomba un nuovo allarme delle autorità britanniche: è in arrivo un’altra nuvola di cenere sullo spazio aereo del Regno Unito. Colpa dell’intensificarsi delle eruzioni in cima al vulcano islandese dal nome impronunciabile (Eyjafjallajokull). L’organismo Ue parla comunque di semaforo verde per la metà dei 28.100 voli previsti oggi. In Italia, dopo l'illusione di ieri all'alba, dovrebbero riprendere decolli e atterraggi a Malpensa e Linate. All'Enac confermano che la grande nube (quella originaria) si sposta verso est, che l'allerta si sta smorzando e che il nord della Penisola avrà il via libera, con la precedenza per i voli nazionali.
A sbloccare il caos dei cieli è stato l'accordo in videoconferenza siglato ieri fra i ministri dei trasporti dell'Unione europea. Il commissario Siim Kallas ha spiegato: «La riapertura degli spazi aerei avverrà con gradualità, spetterà ai singoli Paesi assumere questa decisione. Ma tutto avverrà con azioni coordinate, non più basate su supposizioni teoriche, ma su valutazioni pratiche fondate sui voli di prova».
«Noi l'avevamo detto che quelli si muovevano al buio», tuonava ieri più di un pilota nel deserto del terminal 2 di Malpensa, dopo aver ascoltato al tg le parole del commissario Kallas. Infatti, dopo quattro giorni di paralisi del trasporto, 80% dei voli saltati, oltre 7 milioni di passeggeri lasciati a terra, perdite di 136 milioni di euro, è esplosa l'ira delle compagnie da Lufthansa a Klm, da Air Berlin e Air France. E, alla durissima protesta dei vettori, si è sommata la rabbia di società aeroportuali e organizzazioni dei piloti. Tutti a premere per tornare a volare, convinti che i responsabili della sicurezza, anche se la questione è delicata, abbiano azzardato pericoli catastrofici senza in realtà avere in mano prove oggettive dei rischi, ma soltanto ipotesi verosimili.
Sono decollati e atterrati senza incorrere in nessun guaio i 32 aerei che ieri, nella finestra dalle 7 alle 9, hanno solcato le piste di Malpensa, Linate e Orio al Serio, da dove si è staccato da terra un solo velivolo diretto a Lourdes. Poi l'Enac ha ordinato il dietrofront e chiuso di nuovo lo spazio aereo, a causa delle mutate condizioni meteo. Il peggio sembrava passato, invece è ricominciato daccapo con il suo bagaglio di disagi. File di passeggeri di umore nero ai check in, scali piombati in un'altra giornata di sofferenza, con l'odissea dei voli cancellati in fotocopia, con il grosso dei viaggiatori che prendono d'assalto autonoleggi e stazioni ferroviarie. L'unica buona notizia arriva dai sindacati: lo sciopero dei trasporti di venerdì è stato spostato al 28 maggio.


Guardando avanti, mentre lassù in Islanda il vulcano da cinque giorni tiene sotto scatto l'Europa, negli aeroporti di Londra, Parigi, Amsterdam, Francoforte, Milano sperano che oggi sia la volta buona, che i cieli d'Europa divisi in tre zone permettano ai jet di alzarsi in volo e di tornare alla normalità non più tardi di giovedì.

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