Cronaca locale

Stangata da 10 milioni per tavolini e dehors Commercianti in trincea

Stangata da 10 milioni  per tavolini e dehors Commercianti in trincea

Dopo la battaglia per gli sconti Ecopass, strappati in extremis, i commercianti tornano in trincea. Questa volta la stangata in arrivo si chiama Cosap, la tassa di occupazione del suolo pubblico: è pronto il piano di riorganizzazione delle tariffe da cui il Comune col bilancio in crisi conta di recuperare nel 2012 almeno dieci milioni di euro. Due giorni fa la giunta ha votato le linee guida e prima di tradurle venerdì prossimo in una delibera da cui indietro non si torna, i rappresentanti dei pubblici esercizi chiedono di essere convocati con urgenza a Palazzo Marino. Perchè secondo le anticipazioni dell’assessore al Commercio Franco D’Alfonso, è chiaro che gran parte del «recupero fondi» arriverà dal capitolo dehors. La città oggi è divisa in sette zone, a cui corrispondono altrettante tariffe. Con il riordino studiato dalla giunta Pisapia, diventeranno 54, otto volte tanto. Quasi una classificazione via per via, specialmente nelle zone più commerciali e dunque più «appetibili». Da corso Vittorio Emanuele ai Navigli all’Arco della Pace. Se la nuova mappa potrebbe tradursi in una sconto per bar e ristoranti in periferia, quelli del centro, nelle vie dello shopping come corso Buenos Aires o nei luoghi della movida come Arco della Pace o Colonne di San Lorenzo avvertono già la stangata in arrivo. «Ci auguriamo che prima di tradurre ogni decisione in una delibera l’assessore voglia consultare la categoria, e non il giorno prima della giunta - avverte il vicepresidente vicario dell’Epam Alfredo Zini -. Cosa intendono ad esempio con la zonizzazione? In centro si può ragionare su una diversificazione delle tariffe per fasce territoriali ma non certo strada per strada. E per noi è fondamentale la sburocratizzazione del sistema, i permessi devono arrivare al massimo in sessanta giorni».
L’assessore non usa mezzi termini, oggi il regolamento dell’occupazione del suolo pubblico «è obsoleto, le classifiche sono superate dai tempi è giusto invece creare un differenziale tra vie più e meno prestigiose. Perché i tavolini all’aperto in corso Vittorio Emanuele devono costare al barista poco più di un collega in viale Piave?» domanda D’Alfonso. Che difende la manovra, «con un quadro più dettagliato con andremo a stangare, ma ad abbassare alcune tariffe e ad alzarne altre». Dunque, pronta la tabella con 52 «prezzi» diversi, valida non solo per i dehors ma per utilizzare strade, piazze e aree verdi per spettacoli, mostre, mercatini, con l’eccezione di piazza Duomo e corso Vittorio dove si pagherà una tariffa fissa e non a metro quadrato. Una stretta alle deroghe per le occupazioni temporanee, dove basta un appiglio alla beneficenza per avere lo sconto dell’80% o la gratuità «e alla fine paga appena il 7%».
In compenso (e sempre a salvaguardia del bilancio in rosso) Palazzo Marino aumenterà gli spazi dedicati ai dehors. Una sorta di regolarizzazione, perché «oggi in pratica ci sono tendoni e ombrelloni che nei fatti equivalgono ai plateatici». Ma al Comune rendono meno, la tassa è inferiore. Allargando lo spazio dedicato a tavolini e bar all’aperto in alcune zone della movida, è l’obiettivo del Comune, i locali «potranno realizzare anche strutture chiuse e insonorizzare». Pensa all’Arco della pace o ai Navigli. Una strada per far riportare la pace tra residenti e commercianti.

Che per ora stanno in all’erta: «Aspettiamo la convocazione a breve del Comune» ribadisce Zini.

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