Stangata sugli stipendi d’oro. E subito via l’Ici

Tremonti da Bruxelles conferma: "Al primo Consiglio dei ministri di Napoli cancelleremo l’Ici e abbasseremo le imposte sugli straordinari". Il ministro accoglie le indicazioni Ue sul "flagello" dei megacompensi: "Vanno tassati diversamente"

Stangata sugli stipendi d’oro. E subito via l’Ici

Roma - Giulio Tremonti torna all’Ecofin con un libro di Romano Prodi sottobraccio («È il mio passaporto. È molto interessante»). E trova l’atmosfera «molto cambiata. Ora mi trovo più a mio agio. È cambiata la situazione politica - osserva il ministro dell’Economia a Bruxelles -. Non avrei mai immaginato discorsi di questo tipo». Ed i discorsi che hanno sorpreso Tremonti sono stati quelli sugli stipendi d’oro dei manager, giudicati in un Rapporto europeo un «flagello sociale»; soprattutto se messo in relazione al costante invito della Bce e della stessa Commissione Ue alla moderazione salariale.

Un’idea precisa su come contenere i super-stipendi, Tremonti ancora non l’ha elaborata. Comunque, «la mia opinione - commenta - è estremamente critica sui meccanismi automatici. Servono dei limiti sulle remunerazioni. Qualche criterio va adottato. La soluzione è da vedere: è ancora troppo presto per dire cosa fare. Anche se - ricorda - ad una trasmissione televisiva mi è scappato di dire che vanno tassati in modo diverso».

Il ministro dell’Economia, pur apprezzando il dibattito europeo sull’argomento, ritiene che difficilmente il problema degli stipendi d’oro può essere risolto in sede Ue. «Non credo - dice - possa essere oggetto di una direttiva. Il modo di intervenire all’interno dei singoli ordinamenti, dipende dai singoli ordinamenti». E come esempio cita il caso italiano. «Premia molto alcuni aspetti: ci sono costi deducibili da parte di chi paga ed un’aliquota di favore, che non ho messo io, per chi riceve». Insomma, pare di capire che il ministro voglia intervenire su queste leve.

Il dibattito europeo sugli stipendi dei manager nasce da un’iniziativa olandese ed è legata alla difficoltà dei vari governi europei a gestire la «questione salariale». Da una parte chiedono moderazione salariale (per contenere le spinte inflazionistiche interne), dall’altra si assiste a liquidazioni d’oro.

Ma non solo di super-stipendi Tremonti ha parlato all’Ecofin. A Joacquin Almunia, per esempio, il ministro anticipa le misure di rilancio dell’economia che verranno introdotte dal governo. E fra queste conferma che il Consiglio dei ministri del 21 maggio prossimo, a Napoli, il governo provvederà all’azzeramento dell’Ici sulla prima casa ed alla detassazione dei salari. Misure - precisa il ministro - «interamente coperte». Ed a proposito del «tesoretto» osserva: «Magari ci fosse! Darei tutta la vita per averlo. Ma anche ammessa l’esistenza di questa entità ectoplasmatica, sarebbe già impegnata per ridurre il deficit».

Il ministro, poi, in conferenza stampa si sofferma sul deficit del 2006, sul quale - spiega Tremonti - il governo precedente ha fatto «un’operazione discutibile». Le perplessità del ministro riguardano l’appesantimento del disavanzo. «Io ero fortemente convinto che il deficit strutturale fosse già nel 2006 al 2,4%» del pil. «Poi - aggiunge - ci sono state delle misure una tantum. Già l’Iva è stata tolta, e quindi il deficit non era più al 4,4 come da propaganda, ma al 3,3%. E già ci siamo avvicinati. Poi - prosegue - è stato strano aggiungere un punto di debito delle Ferrovie. Al 31 dicembre appare di colpo un punto di pil di deficit. Ma perché ci sia un debito dello Stato ci vuole anche che ci sia un credito di un privato. E io sono curioso di sapere chi aveva questo punto di pil.

Ho quindi l’impressione - sottolinea Tremonti - che il deficit fosse già del 2,4%, quello strutturale vero, e che il resto sia stata un’operazione discutibile».

All’Ecofin il ministro rilancia la sua idea di eurobond e li aggancia a favore «dell’energia e della ricerca». E per l’energia, rilancia Euratom, così da caratterizzare una politica energetica a livello europeo.

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