la stanza di Mario CerviÈ un fatto, gli impieghi pubblici fanno sempre rotta verso sud

Ho letto da qualche parte che dei cinque alti magistrati che hanno condannato definitivamente Berlusconi uno è di Napoli, uno di Bari, uno di Lecce, uno di Sarno e uno di Caserta, chiedo scusa ma almeno uno –uno solo per carità- che sia, che so, di Bolzano, è proprio proibito?
Perugia

Caro Fressoia, pur sapendo d'espormi ad accuse di razzismo e di oscurantismo oltre che di ripetermi noiosamente, riconosco che il suo rilievo è pienamente fondato. E non riguarda solo la giustizia ma molte branche dell'amministrazione italiana (sono una rarità i prefetti o i questori nati a nord di Roma). L'apparato burocratico è in schiacciante maggioranza meridionale soprattutto ai vertici. Nessuno nega che vi si trovino funzionari di grande intelligenza ed efficienza. Tuttavia la domanda, che non li riguarda, è questa. Possibile che la gestione della Repubblica sia affidata quasi in monopolio a personale proveniente dalle aree dove minore è il civismo, maggiore l'illegalità, più vecchia e capziosa la cultura, massima l'incapacità operativa (come viene dimostrato nelle regioni del sud)? Possibile che siano emarginate le aree che tengono in piedi il Paese, e che lo tengono in piedi nonostante la sua scadentissima amministrazione? Evidentemente qualcosa non quadra nei concorsi e nelle assunzioni. E non si dica che a nord l'impiego pubblico viene snobbato.

I giovani non sono tutti cretini, e sanno che uno stipendio anche modesto ma sicuro in una nicchia pubblica è molto meglio d'uno stipendio o salario privato, con l'incubo della cassa integrazione e della disoccupazione. Provo repulsione per gli eccessi della Lega. Ma, come padano, fatico a riconoscermi in uno Stato che mi tratta da estraneo.

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