Il mostro ha confessato! Adesso comincia la tiritera imposta dalle nostre leggi: interrogatorio di garanzia, processi e controprocessi (a spese delle persone per bene che pagano le tasse) e, fra qualche anno, permessi e altre amenità per «buona condotta»; infine in libertà con qualche annetto di sconto, magari perché il poverino al momento del fatto «non era in grado di intendere e di volere». La pena di morte (con rito immediato) dovrebbe essere l'unica soluzione possibile!
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Caro Metelli, quando avviene un crimine efferato tantissimi italiani e tantissimi lettori ripropongono il problema della pena di morte. Chiedendo quasi tutti, che sia ripristinata, perché è la sola adeguata a ciò che i mostri hanno fatto. Sono, e l'ho scritto più volte, del parere che le pene debbano essere espiate e non, come spesso accade da noi, attenuate e abbreviate nel nome del precetto secondo cui la pena deve essere rieducativa e non soltanto afflittiva. Penso non ci sia niente da rieducare in Carlo Lisi. Ma rimango del parere che la pena capitale debba restare fuori dai nostri codici. Lo rimango per una serie di motivi che Cesare Beccaria aveva enunciati e che mi pare rimangano validi. Tra questi motivi c'è la possibilità - più volte avveratasi - di errori giudiziari. La replica a questa osservazione suona press'a poco così. La morte deve essere inflitta solo se si ha la certezza che l'accusato è colpevole. Criterio assennato. Ma l'ergastolo può essere inflitto quando ci sono dei dubbi? No di certo, Eppure non sono mancati gli innocenti mandati all'ergastolo. Molti, me compreso, pensano che l'ergastolo sia peggio della morte. Pur essendone convinto ricordo cosa mi raccontò parecchi decenni or sono, Arnaldo Geraldini, famoso cronista giudiziario del Corriere della Sera. Aveva seguito in tempo fascista, quando in Italia la pena su morte esisteva, il processo contro una banda di ignobili assassini.
Al momento della sentenza il Presidente della Corte d'Assise elencava i nomi degli imputati e la loro condanna a morte. Quando per uno pronunciò la parola «ergastolo» il volto di chi l'ergastolo doveva scontarlo si spianò in un sorriso di beatitudine.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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