la stanza di Mario CerviDiscutere di F-35 non deve essere la scusa per disarmare l'Italia

Mario Cervi è una delle firme autorevoli del Giornale. La competenza, il senso dello Stato, lo spirito liberale non si discutono e spesso apprezzo i suoi interventi. Ma i suoi interventi sull'F-35 li trovo completamente sbagliati: alcuni sono basati su informazioni errate, altri sono chiaramente riportati da veline della lobby (Lockheed Martin, settori della Difesa e politici di cui è prudente non fare i nomi) dell'F-35, altri sono valutazioni che dimostrano una incompleta informazione e una «ampia» incompetenza sulla materia. Dopo aver sostenuto nel recente passato i «grandi ritorni tecnologici ed industriali di una partecipazione italiana al programma», cosa assolutamente indimostrabile e basata su affermazioni capziose di settori della Difesa, l'altro giorno ha sostenuto a spada tratta i nostri impegni verso la Nato come ragione inderogabile per l'adesione al programma! Assurdo, la Nato non ha mai chiesto di adottare un sistema d'arma specifico (ed in particolare un sistema che arricchisce una nazione - gli Usa - demolendo al tempo stesso la struttura industriale di un'altra).
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Caro Lojacono, credo d'avere abbastanza salvaguardato il senso della sua sterminata lettera pubblicandone una parte essenziale (e grazie per le espressioni di stima). Mi preme di precisare anzitutto che né la Lockheed - associata in tempi remoti a uno scandalo italiano che coinvolse il presidente Leone -, né settori della Difesa, né politici più o meno citabili hanno influenzato le poche righe dedicate alle spese militari. Righe nelle quali -senza entrare in particolari tecnici e senza sostenere l'indispensabilità degli F-35 e delle portaerei - ricordavo che facciamo parte di un'alleanza e che dobbiamo onorarne gli impegni. Se la mia tesi è sbagliata la colpa ricade unicamente su di me, non su suggeritori nazionali e internazionali. I quali, giustamente, non si prendono la briga d'inviare a me, del tutto estraneo a problemi tecnicamente ed economicamente molto complessi, le loro opinioni e deduzioni.

Da quel che ho letto, e che recava anche firme autorevoli, ho tratto l'impressione che la faccenda degli F-35 non possa essere liquidata con la logica demagogica secondo cui i soldi spesi per assicurare un minimo di modernità e di efficienza alle nostre Forze Armate sono buttati via. Il mio concetto è che si può discutere delle scelte che in alto loco vengono fatte, ma che non si può immaginare un'Italia priva di strutture militari, come la Costarica.

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