la stanza di Mario CerviDopo le europee Renzi non è più un premier usurpatore

Allora, mettiamoci d'accordo. Renzi ha vinto le europee. Ma occupa la poltrona di premier abusivamente, in quanto non è passato dalle urne per chiedere il consenso. Tutti noi ci riempiamo la bocca con la parola «democrazia», poi però lasciamo correre questo particolare non da poco. Ho sempre paura di chi ammalia la folla e usurpa un posto che nessuno gli ha dato, a prescindere dal suo colore. «La folla è femmina», disse un dittatore. Le dittature nascono sempre per colpa della cattiva democrazia. E questa è mia.
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Caro Sciò, le sue osservazioni sullo status di Matteo Renzi, approdato a Palazzo Chigi senza una autentica investitura popolare, erano ineccepibili fino a domenica scorsa. Mi sembrano molto discutibili dopo le «europee». So bene anch'io che si è votato per il Parlamento di Strasburgo e non per designare un partito vincitore delle «politiche» in Italia, e autorizzato a esprimere il premier. Ma nella sostanza il verdetto di una elezione europea il cui vero tema non erano le istituzioni dell'Ue ma la struttura politica italiana si è risolto in un trionfo di Renzi. Adesso si può dire, volendo usare la sua espressione, che Renzi è passato dalle urne per chiedere il consenso. A mio parere il problema attuale è se mai opposto. Renzi a avuto una valanga di voti europei ma si trova a dover lottare con gli ingranaggi arrugginiti della politica italiana. Più dei ridimensionati 5 stelle si frappone al suo percorso un Senato per volere unanime condannato all'estinzione, ma in grado di bloccare il sistema con i suoi sussulti agonici.

A mio avviso la volontà popolare, messa da parte con nomine dall'alto dei primi ministri, s'è vista restituire in forma indiretta, ma evidente, la sua sovranità. La democrazia non è a rischio. Il difficile è tradurre questa sovranità in una azione di governo sicura e solida.

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