la stanza di Mario CerviIl «no» svizzero all'immigrazione è rivolto anche agli italiani

In Svizzera ha vinto il referendum (vincolante da subito) che limiterà - senza bloccarla - l'immigrazione. Se ne possono trarre due considerazioni: 1. Gli svizzeri sono egoisti, cattivi, ignoranti, antistorici, razzisti, sciovinisti e quant'altro; 2. Gli svizzeri vogliono bene alla loro terra. Chissà se la signora Kashetu Kyenge accetterebbe, lei che appartiene a un partito democratico, l'indizione e l'esito dello stesso referendum in Italia. In una struggente canzone del 1970 (La solitudine), Patty Pravo cantava: «vorrei cambiare - la tua vita con la mia...». Ogni volta che mi reco in Svizzera e mi guardo attorno, mi viene da cantarla.
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Caro Guasconi, per aver votato una legge che limita l'immigrazione gli svizzeri non diventano né cattivi, né ignoranti, né egoisti, né sciovinisti. Dispongono - e lo usano frequentemente - d'un istituto, il referendum, che consente al popolo di prendere decisioni fondamentali. Una volta prese, le decisioni vengono rispettate, e questa - lo ha spiegato bene Marcello Foa - è democrazia. Un elettore su due si è pronunciato per il «sì» alla legge, così sconfessando il «no» del governo e del Parlamento. A quanti avversano l'Unione Europea e i suoi lacci e lacciuoli l'esito della consultazione ha fatto sicuramente piacere. Tuttavia per gli italiani il voto svizzero ha un elemento d'inquietudine. Lo ha illustrato Paride Pelli in un ottimo servizio. L'ago della bilancia si è spostato sul «sì» soprattutto per l'apporto dei ticinesi, che hanno dato al referendum la più alta adesione fra tutti i cantoni. E il voto ticinese ha voluto colpire non tanto l'afflusso degli extraeuropei, quanto il gran numero di italiani - li si chiamino o no «frontalieri» - che fanno la spola, per guadagnarsi il pane, tra la Confederazione e l'Italia. Secondo lo sfogo, da noi registrato, d'un contabile di Monza «contro i frontalieri qui c'è razzismo».

L'accusa mi sembra, in quei termini, infondatissima. Resta il fatto che aldilà o al disotto dei massimi problemi sui diritti umani, sull'identità nazionale, sull'assalto africano all'Europa stanno problemi in apparenza più umili ma importanti nelle scelte elettorali.

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