PAROLA_LETTORI

la stanza di Mario CerviLavoro, le quote agli immigrati uccidono il merito

Gentilissimo Dr. Cervi, che cosa pensa della proposta del ministro per l'Integrazione di riservare il 10% dei posti di lavoro nelle aziende agli immigrati? Non sarebbe più giusto valutare capacità e competenze a prescindere dalla provenienza, e magari anche dal sesso?
Salò (Brescia)

Caro Valentini, non sono favorevole alle quote, rosa o d'altro genere, perché vogliono sostituire al merito un criterio aritmetico e burocratico. Sicuramente esistono diseguaglianze che è opportuno attenuare. In una società perfetta tutti - donne e uomini, italiani e stranieri - dovrebbero avere le stesse possibilità di affermazione e di promozione. La società perfetta non esiste ma il mondo cammina, e per quanto riguarda la presenza femminile in ogni campo dobbiamo constatare che il nostro è il tempo della tedesca Angela Merkel, alla guida della Germania, e delle presidentesse in America Latina. Per quanto riguarda poi le discriminazioni razziali, siamo in un secolo e in un millennio che ha visto l'ingresso d'un afroamericano nella Casa Bianca e, si parva licet, della signora Kyenge nel governo italiano. Ho rispetto e se del caso ammirazione per gli immigrati che raggiungono un eccellente status economico e sociale. Ma quel 10 per cento dei posti di lavoro è a mio avviso un'imposizione, dunque un errore. Non conosco bene la proposta cui lei fa riferimento. Così a occhio e croce, non c'è nessun bisogno di una riserva del 10 per cento in lavori dove l'apporto degli immigrati è dominante. Mi riesce tuttavia difficile capire perché per un incarico tecnologico d'alto livello un immigrato, brava persona quanto si vuole, dovrebbe togliere il posto a un italiano che ha conquistato con fatica e impegno una laurea in Ingegneria o in Fisica. Il problema non sono le quote. È la possibilità di trovare un lavoro. Se l'immigrato è straordinariamente bravo gli vada pure il 10 o più per cento. Ma se un italiano corrisponde meglio ai requisiti che l'assunzione richiede, il posto lo si deve dare a lui, quota Kyenge o no. Quella delle quote è poi una strada che porta lontano. Gli italiani del nord potrebbero chiedere una quota adeguata al loro peso demografico nelle mansioni burocratiche, appannaggio invece del meridione.

Questa disparità è innegabile, non vorrei mai una quota nordista.

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