la stanza di Mario CerviLe piaghe d'Italia sono tante, ma in passato erano peggiori

Una classe politica corrotta e incompetente, una giustizia inefficiente, una burocrazia soffocante e una tassazione esasperata hanno fatto sì che in Italia sia diventato molto più facile rubare che produrre onestamente ricchezza. Perché, dunque, stupirsi che ci siano in giro tanti ladri?
Mestamente
Roma

Caro Montecchi Palazzi, di natura sono incline al pessimismo. Ma di fronte a una lettera angosciata e desolata come la sua vengo indotto a qualche riflessione meno cupa. Le piaghe d'Italia che lei elenca sono tutte vere. Ma non sono un'acquisizione recente. Vengono da lontano, dai decenni passati e anche dai secoli passati. Pur con la zavorra tremenda della classe politica corrotta e incompetente, della giustizia inefficiente, della burocrazia soffocante e delle tasse eccessive, il nostro Paese è riuscito, dal dopoguerra in poi, a entrare nel club dei ricchi, in quell'area privilegiata del pianeta che attira i desideri di miliardi d'uomini. Eravamo una terra dì massiccia emigrazione e siamo diventati un Paese di forte immigrazione. Pativamo l'eccesso di popolazione e adesso lamentiamo la denatalità. Siamo in gravi difficoltà, ma la stragrande maggioranza degli italiani è proprietaria della casa in cui abita. È sacrosanta la voglia d'imprecare e di ribellarsi per la gravità del declino nazionale. Senza dimenticare tuttavia che l'oggi è pesante ma l'ieri era duro e la prosperità di molti è stata raggiunta con terribili sacrifici.

Mi stringe il cuore la disoccupazione giovanile. Ma fatico a dolermi per quella di chi ambisce a una laurea in scienze politiche o in legge, un sapere cioè - lo scrivo da laureato in legge - che non avvia a nessun lavoro davvero utile al Paese.

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