Criticare l'ovvio, farcito di molte dimenticanze e comunque non carismatico discorso del Presidente Napolitano sarebbe facile e anche gustoso: eviterò dunque, ma faccio presente al nostro Capo e a tutti i concittadini quanto ho tratto dal discorso di questo fiero alfiere di democrazia, Costituzione etc. Verso la fine egli dice: «Resterò Presidente fino a quando la situazione del Paese e delle istituzioni me lo farà ritenere necessario e possibile e fino a quando le forze me lo consentiranno. Fino ad allora e non un giorno di più...» Quindi questo supremo giudice che da troppo tempo condiziona la nostra capacità di liberi individui di sceglierci democraticamente il futuro ci dice che a suo insindacabile giudizio sarà lui a decretare il tempo in cui porre fine alla sua attività. Dobbiamo prepararci a continuare a subire le conseguenze nefaste di questo monarca col dono autoimpostosi dell'infallibilità. Dietro l'angolo non c'è futuro sereno, ma tanta angoscia.
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Il messaggio di Giorgio Napolitano per fine anno non è piaciuto a molti lettori. I quali hanno rilevato, nelle parole del Presidente, omissioni o generiche ovvietà. Spesso sottolineando, con buone ragioni, il contrasto tra gli sfarzi quirinaleschi e le difficoltà economiche nelle quali si dibatte l'Italia. In questo coro dissenziente, che schiude innumerevoli implicazioni politiche, mi limito a commentare le osservazioni di Oscar Fenu, secondo il quale le scadenze indicate da Napolitano per il suo secondo mandato sarebbero la prova d'un atteggiamento monarchico e d'una presunzione d'infallibilità. Come simpatizzante di Napolitano posso essere ritenuto poco attendibile. Ma la mia opinione è che quel suo inciso rispondesse a criteri di buon senso. Le maggiori forze politiche - con l'eccezione dei grillini - hanno insistito, non riuscendo a trovare un'altra soluzione, perché il riluttante Napolitano accettasse la rielezione. Che tuttavia poneva, per evidenti motivi d'anagrafe, un interrogativo inquietante. Come avrebbe potuto il rieletto reggere un altro faticoso settennato? È a questo interrogativo che Napolitano ha voluto rispondere. Dicendo che non pensa a un mandato intero (se non si fosse pronunciato in proposito qualcuno avrebbe potuto imputargli ambizioni di presidenza a vita), inoltre che rimarrà fino a quando lo riterrà utile per il Paese e fino a quando le forze lo sorreggeranno. A me pare una previsione ineccepibile. Lo si è rivoluto per un'emergenza, ritiene di potersene andare solo quando l'emergenza sarà stata superata. Ci si potrà chiedere se spetti a lui la decisione. Ma non vedo a chi altro.
Semmai è stato insensato, da parte delle forze politiche, imporre a un quasi novantenne la prospettiva d'un secondo pesante settennato presidenziale. Non sono riuscite a far di meglio, ma evitino di prendersela con lui per ciò che ha fatto e che fa. Potevano liberarsene, hanno preferito tenerlo sul Colle più alto. E poi certuni minacciano addirittura l'impeachment.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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