Il comunista professor Luciano Canfora, sul Corriere della sera, ha detto che non c'è da stupirsi se Stalin viene considerato un grande statista e che, grazie a lui, la Russia è diventata una grande potenza. Superato lo choc che la lettura di quanto sopra mi ha provocato e trattenuta a fatica l'indignazione, mi vengono alcune considerazioni. Evidentemente i 16 milioni di morti - uomini, donne, bambini - deportati nei gulag sovietici e soppressi a 40 gradi sotto zero, fra torture e violenze inaudite sono le straordinarie benemerenze umanitarie e sociali che l'esimio professor Canfora accolla al criminale dittatore comunista, tanto che è giusto collocarlo fra i grandi statisti ai quali rivolgere il pensiero riconoscente. Non serve alcun commento.
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Caro Brambilla, non ho letto l'articolo da lei citato, essendo i testi di Luciano Canfora molto estranei all'ambito delle mie letture preferite. Con Canfora ho avuto molti anni or sono una lunga e dura polemica della quale non ricordo bene il tema, ma riguardava di sicuro le convinzioni rosso fuoco del professore, e le mie convinzioni liberali. Ma se il suo riassunto del Canfora-pensiero è esatto, e credo proprio che lo sia, quell'elogio di Stalin mi porta a due considerazioni. La prima riguarda la granitica nostalgia di Canfora per un personaggio e un regime che hanno inzuppato la terra con il sangue di molte decine di milioni di morti. La seconda riguarda il fatto che nelle espressioni di Canfora c'è un indubitabile fondo di verità. Se si prescinde dal costo umano dello stalinismo e dalla sua efferatezza poliziesca - prescindere è difficile, lo so - bisogna ammettere che con «Baffone» l'Urss fu vittoriosa nella Seconda guerra mondiale e si issò al ruolo di superpotenza planetaria.
Il che non attenua minimamente l'orrore per ciò che il comunismo sovietico fu e fece. Ma ebbe sorte opposta a quella del fascismo e del nazismo. Infatti il feroce Stalin, diversamente da Hitler e da Mussolini, morì nel suo letto.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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