la stanza di Mario CerviSulla traduzione del Messale latino è difficile mettersi d'accordo

Stimatissimo Cervi, mi permetta d'intervenire nella questione espostale dal lettore Parolin - il Giornale del 9 dicembre - circa la supposta erronea traduzione italiana dell'invocazione «Agnus Dei qui tollis peccata mundi». A giudizio del lettore l'italico «togli» non risponde al verbo latino «tollere» che significa: addossarsi, prendere su di sé. Ma siffatto verbo, nel Calonghi/Georges conta ben 41 significati, tra cui «togliere», taluni ripetuti per esigenze semantiche o sintattiche. Il lettore però dovrebbe sapere che il latino della Vulgata di San Gerolamo è traduzione dal testo originale greco. Il verbo «airein», corrispondente del latino «tollere», si presenta, nel Montanari (Loescher), con oltre 60 significati. Chi ha tradotto con l'attuale versione, presente nel Nuovo Ordine della Messa (1969) non ha commesso alcun grave errore dacché «togliere» o «addossarsi i peccati del mondo» non tradisce il concetto con cui si manifesta la liberazione del mondo che Cristo compie. Piuttosto è gravissimo quello con cui si traduce il greco «Enchynnòmenon ypèr pollòn», latino «qui pro multis effundetur» (Mc. 14, 24), cioè, «versato per molti» con «versato per tutti». Un errore voluto da una cultura ecumenistica.
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Caro Pranzetti, La ringrazio per il suo dotto e chiaro intervento. Le osservazioni del lettore Parolin sulla liturgia della Messa in italiano hanno suscitato una eco superiore ad ogni mia aspettativa. Qualche citazione. Un mio coetaneo, Massimo Di Stefano, assolve anche lui i traduttori i quali alla versione letterale che sarebbe stata «Agnello di Dio che ti addossi i peccati del mondo» hanno preferito una sola parola più semplice, che «togli». Spiega Di Stefano: «l'Agnello di Dio nell'addossarsi i peccati del mondo glieli toglie. Il significato è lo stesso mentre il testo della preghiera risulta più scorrevole».

Marcello Bargellini di Perugia rileva a sua volta che la versione italiana del messale latino recava «togli» sia prima del Concilio Vaticano II sia dopo. Insomma quella che al lettore Parolin e a me è parsa una traduzione un po' abborracciata trova i suoi assolutori e i suoi estimatori.

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