Come è possibile che il quotidiano Il Giornale che seguo da anni, scelga come meta per il viaggio dei lettori il Vietnam, dimenticando nella pubblicità la guerra del Vietnam cui sono seguiti l'annientamento e la rieducazione da parte dei comunisti dell'intero popolo del sud, dimenticando le migliaia di vietnamiti meridionali morti annegati a bordo di piccole imbarcazioni (le famose boat-people) cercando di scappare dal «paradiso comunista» di Ho Chi Minh al quale è dedicato perfino un mausoleo, dimenticando i soldati statunitensi che hanno sacrificato a migliaia la loro vita per difenderli dalla dittatura comunista, dimenticando infine le scarpe da tennis «made in Vietnam» indossate oggi dai nostri studenti, frutto dello sfruttamento degli operai e del lavoro minorile e causa della chiusura delle nostre fabbriche?
Gallarate
Caro Rovelli, è giusto non dimenticare le ferite storiche e le piaghe sociali che lei elenca. Non è invece giusto, secondo me, richiedere un tasso di democraticità -difficile da stabilire- ai Paesi in cui si organizza un viaggio di turismo, di splendori paesaggistici, di cultura. Sul piano pratico, il criterio da lei proposto impedirebbe d'organizzare una visita alla Cina, o a Cuba, o alla maggioranza dei Paesi islamici tra cui l'Egitto. E anche per la Russia potrebbero esserci delle perplessità. Personalmente ritengo che, se le autorità della bieca Corea del Nord lo permettessero, sarebbe utile avviarvi un flusso turistico: che sarebbe anche un vaccino contro i comunismi. Deve essere chiaro che l'andare in un Paese non significa approvarne l'ideologia e il sistema di vita. Nessun equivoco in proposito, e per scongiurarlo accompagnerà i partecipanti al viaggio del 19 febbraio Livio Caputo. Che nel Vietnam dilaniato fu corrispondente di guerra, che conobbe le ipocrisie terzomondiste dalle quali la guerra fu avvolta, che può spiegare meglio di chiunque altro i retroscena della politica internazionale. Il Vietnam carico di storia recente e cruenta è bellissimo. Racchiude tesori naturali e archeologici di meravigliosa bellezza.
Sarà con i lettori del Giornale Ariel Feltri che nel Vietnam pacificato è stato di recente, e che saprà sottolinearne come si deve il fascino esotico, cui contribuiscono i ricordi letterari del pirati salgariani. Se a qualcuno secca la visita al mausoleo di Ho Chi Minh può tranquillamente evitarla. Il Vietnam vale la pena d'essere conosciuto anche senza mausoleo.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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