Paolo Scotti
da Roma
Ore 14 in punto. Le lancette dellorologio sulla stessa posizione del sole. Allo zenith. «Ma qui dai Fori Imperiali noi resistiamo lo stesso!». Lo strafalcione di Fiorello (che presenta dal palco del Circo Massimo pensando dessere al Foro Romano) inaugura il Live 8 tricolore.
Cronaca dun evento bollente. In tutti i sensi. Ore 14,30: Francesco De Gregori dà fuoco alle polveri con Agnello di Dio, e Fiorello, contagiato dai bollenti spiriti («Quasi quasi ve ne canto una purio»), si scalda nel fuoriprogramma Il mio canto libero. Senza che la Rai lo mandi in onda. Per ora, però, rovente è soltanto il clima: al confronto delle oceaniche adunate di Londra o Philadelpia - infatti - i duemila scarsi convenuti nella conca capitolina fanno la figura dei parenti poveri. Ore 15: la prima vittima, un diciannovenne di Palermo, finisce sotto una delle otto tende della Croce Rossa. Diagnosi: principio dinsolazione. Quando Carlo Massarini chiede un «caldo applauso» per i Gemelli Diversi, cè chi sorride agghiacciato. Ore 16: sono più numerose le bottiglie dacqua di quelli che dovrebbe berle (un milione contro tremila); le autobotti innaffiano solo un paio dirriducibili dello sballo, provvidenziali nuvolette passeggere scatenano maggiori entusiasmi di Zucchero, Elisa o Ron. Ore 18: «Vedrete - rassicura il sindaco Veltroni (democraticamente anche lui sotto il solleone) - alle 20 saremo molti di più». «Ma se a Londra sogià er triplo!» osserva un vigile in tenuta ferragostana. «Per forza - ribatte un collega - quelli channo le star». Ore 18.30, finalmente un brivido: Pino Daniele fa sapere che non parteciperà. Lamenta «lo strapotere degli inglesi» come pure «scarse garanzie sulla tutela degli obiettivi del concerto». Ore 19: finalmente, mentre Irene Grandi saltella fresca come una rosa Per fare lamore, il sole gira attorno al megapalco e il pubblico raggiunge le 20, 30mila unità. Ma per prudenza le telecamere continuano a riprendere senza allargare troppo linquadratura. Ore 20: diverse le reazioni della folla, a secondo delle diversissime star. Hanno ucciso lUomo Ragno di Pezzali solleva i deliri prima negati a Change your earth di Zucchero; larrivo dei Negrita fa due volte più rumore di quello dei Duran Duran (dipenderà dalla chioma rosso Tiziano di Simon Le Bon?). E meno male che i megaschermi non mandano le immagini degli altri concerti: la simultaneità obbligherebbe a scelte dolorose. Mentre da noi canta Fiorello dallaltra parte cè Paul McCartney; quando tocca a Cesare Cremonini, si esibisce Madonna. «Capisco che non siamo tantissimi: mi auguro siano tutti a Londra a seguire i Pynk Floyd» scherza (ma non troppo) Cremonini. Qualcuno chiede alle Vibrazioni perché nessuno tenti qualche duetto (più tardi, su Il mio nome è mai più si misureranno Ligabue-Jovanotti-Pelù): «Perché a noi italiani tutto sembra complicato». Ore 21: mentre locchio dice cento, al massimo centocinquantamila, Veltroni spara: settecentomila presenze. Dati ufficiali o calcolo a occhio? «Beh: a piazza del Popolo entrano 150mila persone. Qui è grande come quattro piazze del Popolo, quindi...».
- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
- sabato, domenica e festivi dalle ore 10:00 alle ore 18:00.