I rendimenti delle obbligazioni societarie (o corporate bond) di buona e discreta qualità (definiti in gergo tecnico investment grade) sono ormai prossimi ai massimi toccati solo durante la Grande Depressione del 1929. Così come i rendimenti dei bond societari di primaria qualità (quelli cioè con i rating massimi, dalla classe AAA fino alla A) hanno superato i livelli più alti toccati nelle precedenti crisi dal Dopoguerra. In parallelo i tassi di interesse dei titoli di Stato sono invece destinati a scendere ancora e linflazione dovrebbe essere molto meno insidiosa nel 2009. Pertanto, pur tenendo nel dovuto conto che la crisi economica sarà molto dura e colpirà le aziende industriali (che saranno di conseguenza più esposte al rischio di fallimento) può essere opportuno prevedere una quota di corporate bond nel proprio giardinetto a reddito fisso: la percentuale varia in funzione della propensione al rischio ma, in linea di massima, può oscillare tra il 10% e il 35% a seconda del grado di accettazione di perdite nel medio termine.
La prima avvertenza è quella di evitare il fai-da-te e di affidarsi a un fondo comune specializzato o, ancora meglio, un Etf corporate bond: se per esempio si acquistano tre bond societari e una delle società dovesse poi fallire la perdita sarebbe del 33% (cioè un terzo) mentre lo stesso evento in un portafoglio di un fondo o di un Etf che investe in un centinaio di titoli sarebbe limitata all1% circa.
Coloro che volessero ulteriormente diversificare i propri investimenti dovrebbero poi preferire i corporate finanziari e delle utilites.
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