da Torino
Ghiotta occasione. Le rivali per la promozione diretta in serie A dormono della quarta? La Juve, stasera alle ore 21, ha invece tutte le intenzioni di restare sveglia: battere la Triestina vorrebbe dire allungare a più 6 sul Napoli secondo in classifica e addirittura a più 8 sul Piacenza terzo, margini mai avuti in questa stagione disgraziata e difficile. La massima serie sarebbe quindi a un passo, Deschamps & C. potrebbero tirare un sospiro di sollievo e aspettare con calma di tornare in campo dopo la pausa dedicata alle nazionali. Peraltro, l'appuntamento con la Triestina aveva rivestito un significato particolare anche all'andata: era stata infatti quella di sabato 21 ottobre la partita del segno «più» in classifica. Alla vigilia di quel match i bianconeri si trovavano infatti ancora a meno uno: ci pensò Zanetti, spedendo in rete un cross da sinistra di Nedved, a rendere la graduatoria più simpatica. «Cerchiamo di sfruttare i passi falsi altrui - ha detto ieri il tecnico di Bayonne - e di consolidare la nostra classifica. Il mese decisivo sarà comunque aprile, quando giocheremo quasi sempre due volte la settimana». Otto partite in un mese che diranno una parola definitiva nella lotta per la promozione: «Voglio fare il maggior numero di punti nel minor tempo possibile, la serie B resta il nostro pane nonostante l'aumento di capitale deciso dal Cda abbia distratto qualcuno. Ha ragione Nedved: se non arriverà la promozione, tutto potrebbe accadere e io sarei il primo ad andare a casa. Rispetto alla partita contro il Treviso, pretendo una squadra più viva». Magari gli daranno retta: in attacco sarà probabilmente ancora Palladino a far coppia con Del Piero, sulla fascia destra dovrebbe rientrare Camoranesi e in difesa la nuova coppia Boumsong-Zebina farà da guardia alla porta difesa da Buffon. A proposito di francesi, Deschamps si è scagliato contro il connazionale Domenech, ct della nazionale transalpina che non ha convocato Trezeguet «perché gioca in serie B»: «È una scusa che ritengo offensiva, il valore di un giocatore è indipendente dalla categoria in cui milita. Domenech è fatto a modo suo: non si confronta con nessuno, a differenza di Donadoni che è invece un signore.
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