Antonio Lodetti
Negli ultimi anni qualcuno ricordava con rimpianto i tempi in cui Pino Daniele era semplicemente un bluesman, un bluesman atipico, made in Italy in grado di fondere in un ottimo cocktail spurio suoni afroamericani e napoletanità. Invece Daniele ha continuato ad allargare il suo spettro sonoro, tenendo fisso il blues nel suo Dna ma nascondendolo nelle pieghe delle sue canzoni, sofisticato, legato con sapienza a mille rivoli sonori differenti. Mescolato al jazz, allimprovvisazione, alla melodia mediterranea, ai suoni etnici, persino ai madrigali e al pop commerciale di brani come Pigro.
Ora, dopo lalbum Iguana Cafè. Latin blues e melodie (un titolo che è un manifesto programmatico) Pino Daniele è partito per una tournée nei teatri che si conclude stasera al Teatro Smeraldo e che si rivela una specie di riassunto della sua carriera. Come se lartista volesse mettere un punto fermo e poi ripartire per nuove ricerche e nuove sperimentazioni. Si definisce un musicista e non un intrattenitore: «Io suono, non minteressano le luci, la coreografia o lo spettacolo di contorno. Le emozioni devono venire dalla mia chitarra e dalla mia voce». Così lo spettacolo sarà diviso in quattro parti, come le stagioni, e anche come le stagioni della vita. Nella prima parte lartista sarà sul palco in versione più rock (o minimalista) in trio con chitarra, basso e batteria; la seconda parte cambia tutto, con atmosfere più raffinate e rarefatte per pianoforte, voci e percussioni (potrebbe esserci anche Toni Esposito, che a Roma ha partecipato allo show con il sassofonista James Senese) e lesecuzione di pezzi come Quando e Quanno chiove; la terza e quarta parte lasceranno spazio al lato più sanguigno di Daniele, alla sua voglia di circumnavigare la musica saltabeccando tra bossanova, ritmi latini, accordi jazz, impennate blues, armonie ora raffinate ora sensuali e pulsanti. Oltre alle sue canzoni famosissime Pino Daniele potrebbe presentare qualche brano nuovo, che farà parte del suo prossimo cd in uscita la prossima primavera. Perché Iguana Cafè è nato come un progetto in due parti e il seguito è già in cantiere.
«La mia musica è e vuole essere ecumenica - continua a sottolineare Daniele - con in prima fila naturalmente Napoli e il blues.». A chi laccusa di troppa commercialità risponde con le note della sua chitarra e la sua filosofia. «Il mondo cambia. Un tempo solo il blues e il rock erano veicoli di comunicazione sociale che interessavano i giovani. Oggi ci sono molteplici linguaggi che si incrociano e portano la musica a parlare un linguaggio universale». Con questo spirito il chitarrista si appresta a concludere il suo viaggio nei teatri, dopo la svolta definitiva verso un suono a tutto campo con lalbum del 1995 Non calpestate i fiori nel deserto che lui ha definito «non world music ma pura musica popolare».
- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
- sabato, domenica e festivi dalle ore 10:00 alle ore 18:00.