Assessore Alan Rizzi, ieri i milanesi «forzati» della città hanno trovato la metà delle piscine estive comunali chiuse. Per poche gocce di maltempo...
«Siamo fuori dal mondo. Capisco che Milanosport sia una Spa, ma è anche partecipata dal Comune, quindi è di tutti i milanesi ed è a loro che, con questa chiusura immotivata ed assurda, è stato tolto un servizio»
La gestione sostiene che ci sono regole e tempi entro cui prendere una decisione, poi se il tempo cambia, poco si può fare: come assessore a Sport e tempo libero che cosa pensa?
«Sono le regole a dover cambiare: chi ha detto che una decisione definitiva sullapertura o sulla chiusura debba essere presa entro le 8.30 del mattino? Bisogna trovare il modo di adeguarsi ad uneventuale cambio del meteo».
Lei che cosa può fare concretamente?
«Innanzitutto una «tirata dorecchie» ai vertici della società. Poi unindagine per capire che cosa sta alla base di questa decisione».
Un episodio così clamoroso si è ripetuto «solo due volte», lo scorso anno e a luglio, quando però la città era allagata e i milanesi avranno avuto altro a cui pensare che non ai tuffi
«È stata una decisione presa in completa autonomia e che non mi trova daccordo».
La stagione di questi centri è fra laltro molto breve: possibile che non si riesca ad intervenire con un piano per i giorni di tempo incerto?
«Infatti: i centri balneari restano aperti da giugno a fine agosto. Si deve approntare una procedura che permetta di poter aprire le piscine anche dopo qualche ora di pioggia. E questo è lobiettivo cui mi impegno a lavorare. Fra laltro in agosto, quando ad aperture e gestione, Milanosport deve occuparsi di sei, sette centri balneari al massimo».
La gestione lamenta gli alti costi per aprire e far funzionare gli impianti: il maltempo è nemico degli incassi e quindi a volte è meglio non aprire del tutto se si prospetta una giornata incerta dal punto di vista meteo e da quello delle presenze. Che cosa pensa?
«È impossibile pensare che per un po di pioggia si fermi tutto.
Quello dei costi è dunque un pretesto?
«Sicuramente non è una giustificazione: le piscine sono dei milanesi che potrebbero anche desiderare di farsi un tuffo sotto la pioggia estiva».
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