Il fatto. Un funzionario dellagenzia delle entrate, tale Renato Giardina, è arrestato a Milano mentre intasca una tangente di oltre centomila euro da uno studio legale. Deve rispondere, per la giustizia ordinaria, di tentata concussione. Ma deve anche essere punito, in sede disciplinare, dalla sua amministrazione. Senonché - traggo queste notizie da Il Sole-24 ore - il testo unico degli impiegati civili dello Stato ha disposto, giusto mezzo secolo fa, che i provvedimenti disciplinari contro un dipendente pubblico sottoposto a uninchiesta giudiziaria rimangano fermi in attesa che la magistratura ordinaria si pronunci definitivamente.
Il diritto. Nellattesa duna conclusione delliter processuale il dipendente è solo sospeso - lindulgente Stato non può cacciarlo a titolo cautelare, secondo la buona regola vigente nel privato - e nel frattempo incassa assegni alimentari equivalenti alla metà circa del suo stipendio. Se in cinque anni la vicenda non giunge a sentenza definitiva - eventualità che si verifica con scandalosa frequenza nella giustizia tartaruga della Repubblica italiana - il povero Fornaretto che era stato colto in flagrante mentre incassava tangenti, ma che ha il suo santo protettore nellinfausto Testo Unico, viene riammesso in servizio.
Il rovescio. Stenterete a crederci, ma è proprio così. I cittadini sono costretti a passare una regolare busta paga a furfanti che hanno disonorato se stessi e lamministrazione, e che possono opporre la loro furberia remunerata alla dabbenaggine di quanti lavorano onestamente. Parlamenti irresponsabili e compiacenti sono stati larghi di concessioni per i dipendenti pubblici che non brillano per produttività, ma che sono milioni e votano. Cosicché i mariuoli di mano lesta o di conclamato assenteismo finiscono per rientrare nei ranghi, siano essi al servizio dellagenzia delle entrate o di un ospedale di Perugia, e gli addetti ad una amministrazione che funziona male hanno avuto negli ultimi anni aumenti retributivi molto superiori a quelli di chi sta nel privato. Che funziona in generale bene, e se non funziona bene porta i libri in Tribunale.
È grave che per ignavia o complicità politiche si sia arrivati a questa situazione. È gravissimo che di fronte ad anomalie cavillose che gridano vendetta al cielo, e che provocano lindignazione degli onesti, i sindacati di categoria si mobilitino in favore di leggi e regolamenti incompatibili con la corretta gestione di qualsiasi ente, e invochino alti e nobili principi per legittimare larroccamento corporativo. Nientemeno che con un comunicato unitario Cgil-Cisl e Uil hanno denunciato larroganza di chi chiede mano libera per azzerare alcuni diritti fondamentali e costituzionalmente garantiti. Ovviamente i sindacalisti aggiungono che nessuno vuole difendere i corrotti.
Mario Cervi
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