Politica

Statali, l’aumento di 100 euro soddisfa tutti

Buoni pasto da 7 euro. Baccini: «Risultato significativo». Il plauso di Cgil, Cisl e Uil

da Roma

I sindacati minacciano lo sciopero generale sulla Finanziaria, ma proprio ieri sera si è sbloccato un contratto chiave: quello degli Statali, rinnovato dalle parti con un aumento mensile di 100 euro più un ritocco a sette euro dei buoni pasto. È il secondo accordo importante approvato tra governo e parti sociali (non hanno firmato i sindacati di base) in quest’autunno dopo quello sulla scuola.
L’intesa interessa 200mila lavoratori dei ministeri e si è chiusa con la soddisfazione pressoché totale dei sindacati oltre che dell’Aran, l’agenzia addetta alla contrattazione per conto del governo. Circa 90 euro (87,58 euro) entreranno nel salario tabellare, mentre il restante sarà destinato alla produttività. I buoni pasto giornalieri passano da 4,65 a 7 euro. Gli aumenti in busta paga saranno retroattivi, con 37,58 euro mensili a partire dall’1 gennaio 2004 e 48,56 dall’1 febbraio 2005. Le nuove risorse aggiuntive che verranno ricavate dalla Finanziaria verranno redistribuite con un successivo incontro che si svolgerà tra Aran e sindacati.
Il nodo dei buoni pasto, uno dei più complessi nella trattativa, è stato definito «un risultato significativo» dal ministro della Funzione pubblica Mario Baccini. «Si è chiusa una vicenda lunga e difficile in presenza di difficoltà oggettive - è stato il commento del sottosegretario Learco Saporito - di cui si sono fatte carico le organizzazioni sindacali. Sarà ora più facile affrontare il problema di un nuovo modello contrattuale così come stabilito nella preintesa del maggio scorso.
Ma l’accordo vede soddisfatti tutti. «Un altro buon accordo dopo quello della scuola. C’è stato addirittura un miglioramento rispetto all’intesa quadro», osserva il segretario generale della Cgil Guglielmo Epifani. Savino Pezzotta, numero uno della Cisl, lo valuta «un buon risultato pur arrivando con qualche ritardo rispetto alle tabelle di marcia». La lotta dei lavoratori, ha poi sottolineato Pezzotta, «ha portato a un risultato significativo sia per l’aumento delle retribuzioni sia per la distribuzione della produttività». Per il segretario confederale della Uil, Antonio Foccillo, questo accordo «consente realmente la ripresa di una quota di potere di acquisto per i lavoratori». Il segretario generale aggiunto, Adriano Musi, la definisce «un’intesa importante» anche se arrivata «in ritardo».
Contesta la polemica sulla lunghezza dei tempi, almeno nella fase risolutiva del contratto, il presidente dell’Aran, Guido Fantoni: «Dall’inizio alla conclusione delle trattative - ricorda - sono passati 15 giorni per la scuola e 27 giorni per il comparto dei ministeri. Le ragioni che rendono lungo e complesso il procedimento di contrattazione vanno perciò ricercate nella macchinosità delle procedure e non nell’azione dell’Aran». Soddisfazione senza polemiche arriva dalla Confsal: «Con la sottoscrizione del contratto del personale dei ministeri - dichiara il segretario Marco Paolo Nigi - continua la sessione dei rinnovi contrattuali 2004-2005 del pubblico impiego secondo l’accordo governo-organizzazioni sindacali del maggio 2005». Il «pacchetto» di rinnovi contrattuali prevede ora nuovi tavoli di trattative per alcune categorie ancora pendenti, come i lavoratori degli enti locali e il settore della Sanità.

Con la regolarizzazione dei due contratti scuola-ministeriali, governo e parti sociali hanno trovato l’accordo su un milione trecentomila lavoratori.

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