Roma - Non è la detassazione delle tredicesime, ma l’effetto per le tasche dei pubblici dipendenti sarà lo stesso: 165 euro lordi che arriveranno in busta paga insieme alla mensilità aggiuntiva di dicembre. Misura destinata a tutti i tre milioni e 650mila lavoratori pubblicieribadita ieri dal ministro della Pubblica amministrazione. Doveva essere una giornata disoddisfazioni quella di Renato Brunetta. In poche ore ha incassato la firma del contratto dei ministeriali e un importante via libera bipartisan nella commissione Affari costituzionali del Senato al ddl che riforma il pubblico impiego.
Ma è stata rovinata parzialmente da un’inchiesta
del settimanale l’Espresso che fa le pulci alla sua vita pubblica e privata (cosa che a Renato Brunetta non dispiace) e comprende anche una mappa delle sue abitazioni (e questo invece gli ha fatto meno piacere).
A risollevare il morale di Brunetta, la certezza che il principale contributo del suo dicastero al decreto con le misure anti crisi, pro imprese e famiglie, è stato confermato. Ha il via libera del ministro dell’Economia Giulio Tremonti. I 165 euro lordi della vacanza contrattuale 2008 che - come ripete spesso il ministro - erano stati stanziati dal governo Prodi, ma che i sindacati non avevano nemmeno rivendicato, arriveranno con la tredicesima.
Il vero regalo di Natale il ministro se lo aspetta però dai contratti del pubblico impiego, dopo il via libera mercoledì sera a quello dei ministeriali, gli altri dovrebbero arrivare a cascata. «Contiamo nell’arco di un mese - ha spiegato - di chiudere i contratti per tutti gli otto comparti. Anche questo è un fatto di straordinaria rilevanza, dato il momento e dato il clima». Certo, non c’è l’adesione della Cgil e «me ne dispiace. Ma non mi preoccupa». Perché gli altri sindacati, in particolare Cisl, Uil e la Confsal, insieme hanno quasi ovunque la maggioranza. In quei comparti dove ci sarà «c’è la norma della Finanziaria che consente di erogare a gennaio gli aumenti contrattuali e il governo provvederà a erogarli avendo il mandato del Parlamento. Non è una violenza né un vulnus, ma un’integrazione del processo di contrattazione».
Resta, come detto, l’amarezza per l’inchiesta dell’Espresso. Un ritratto anticipato ieri dal sito del settimanale (e in un primo momento inserito anche nella home page di Repubblica.it) che ripercorre le tappe della carriera del ministro. Dalle origini politiche craxiane, alle cattedre universitarie, fino alla note polemiche sulle assenze nell’Europarlamento. Pagine che restituiscono «il ritratto di una persona perbene», ha commentato all’inizio il ministro della Funzione pubblica. Inchiesta fatta «con malizia ed esagerazione» alla quale Brunetta replica punto per punto. E che secondo il portavoce del ministro fornisce sufficienti elementi per una querela.
Ma quello che al ministro non è piaciuto è che «si siano pubblicati indirizzi, foto e mappe delle case dove risiedo, in questo modo rendendo un servizio non certo al postino». Semmai «aumentando il peso del lavoro dei ragazzi cui è affidata la mia sicurezza. Per quanto si possa essere spiritosi, non riesco a riderne».
Il motivo lo ha spiegato il ministro conversando a margine della conferenza stampa sugli statali: «Sono sotto scorta perché le Br vogliono farmi fuori».
Un particolare noto della vita del ministro. Anche perché la scorta non ce l’ha da quando è ministro ma da circa 25 anni. Quando finì nel mirino dei terroristi per la sua attività di esperto in diritto del lavoro.A.S.
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