Se il romanzo western e neowestern vive nel mondo una seconda giovinezza in America la riscoperta della Frontiera, o meglio il ripensamento del mondo agrario della frontiera è ancora più marcata. E non si tratta più soltanto di nostalgici con grossi cappellacci o di texani impenitenti che credono ancora nel country e nel rodeo. La crisi, la stanchezza delle grandi città industriali ha fatto riscoprire a molti lAmerica dei grandi spazi, dei campi, delle possibilità infinite.
Così circolano saggi come quello di Ron Homann, Contemporary cowboy culture (La cultura del cowboy contemporaneo) che analizzano la permanenza di un mito duro a morire. Ma, al di là dellinteresse sociologico, ce una nuova attenzione di massa che va dai libri dedicati agli stivali da rodeo ce ne sono di illustrati che mostrano centinaia di tipi di «boot».
Ma cè anche chi riscopre quella che viene chiamata «cowboy ethics» (etica del cowboy) e ne rivaluta limportanza per una nazione che si riscopre bisognosa di un senso di solidarietà più profondo. In particolare due autori James P. Owen e David R. Stoecklein ci hanno costruito sopra due libri di grande successo. Uno si intitola proprio Cowboy ethics e laltro Cowboy values: recapturing what America once stood for.
Ma la riscoperta del genere letterario passa soprattutto dalla riscoperta di tutti quegli autori che nel corso del tempo si sono dedicati al sottogenere del romanzo western. Saccheggiati dal grande schermo, spesso chiusi in una scrittura di maniera sono stati spesso dimenticati. Ora però si rivelano essere una sorta di serbatoio da cui gli autori dei nuovi western contemporanei pescano come da un serbatoio.
È in atto un ripensamento come quello avvenuto con la letteratura hard boiled? È presto per dirlo ma certo la sensibilità è cambiata. Se il neowestern è «cool» il vecchio western non doveva essere così male.
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