Stati Uniti: ok alle donne sui sommergibili

Come nel film «Operazione sottoveste», le soldatesse rompono uno degli ultimi tabù nel mondo militare americano

Via libera alle donne sui sommergibili militari. La marina militare americana rompe così l'ennesimo tabù di carattere sessuale, traducendo nella realtà quanto già previsto da Hollywood, alla fine degli anni Cinquanta, nel popolarissimo film «Operazione sottoveste», una gustosa commedia di Blake Edwards, con Cary Grant e Tony Curtis, che affrontava proprio il tema della convivenza tra i sessi negli angusti spazi dei sottomarini.
Nel film, il cui titolo originale era «Operation Petticoat»,, Cary Grant, nei panni del comandante di un sommergibile piuttosto malmesso, accetta il compito di trasportare, durante la seconda guerra mondiale, un gruppo di soldatesse. Ovviamente la presenza di queste ragazze crea scompiglio tra i marinai a bordo. Ma alla fine la morale del film è piuttosto femminista: le ragazze non solo saranno ben accette, ma riusciranno a dimostrare ai marinai tutto il loro valore, risolvendo ogni problema.
Così, dopo mezzo secolo da quella pellicola, alle donne americane con le stellette, che rappresentano il 15% dei 336mila militari americani, sarà permesso d'immergersi e lavorare fianco a fianco con i loro colleghi maschi. Senza dubbio un passo avanti sul fronte delle pari opportunità tra uomini e donne soldato.
Si fa più complicato, invece, il cammino verso l'uguaglianza tra etero e gay in divisa. Da decenni vige la legge sintetizzata con la formula «don't ask, don't tell», come dire che un gay poteva entrare nell'esercito a patto che non dichiarasse apertamente di amare persone del suo stesso sesso.
Un principio che da anni è attaccato e che il presidente Barack Obama ha annunciato voler abrogare. Ma, anche su questo fronte, non gli sarà facile passare dalle parole ai fatti. Nonostante la stragrande maggioranza degli americani sia contraria a ogni discriminazione, anche tra le forze armate, sta aumentando la riluttanza dei vertici militari ad accettare l'ingresso dei gay dichiarati nelle forze armate.
Nel corso di alcune audizioni al Senato, uno di questi, il Generale George Casey, ha espresso la sua «profonda preoccupazione» circa «l'impatto» che questo cambiamento può avere sulle forze armate americane, «fortemente impegnate da due guerre negli ultimi otto anni e mezzo». Casey ha messo in guardia il Senato dall'agire troppo precipitosamente nel cancellare la legge attuale.
Stesso invito alla prudenza è arrivato da parte di un altro Generale, Norton Schwartz. «Ora - ha detto - non è il momento giusto per distrarre le nostre forze armate, che sono alle prese con i conflitti in Iraq e Afghanistan, con decisioni prese in modo improvvisato».


Nonostante queste resistenze, su impulso di Obama, il ministro della Difesa, Robert Gates, sta preparando uno studio per capire come calare concretamente nella realtà militare le nuove regole. Il dossier dovrebbe essere pronto per la fine dell'anno. Tuttavia dovranno passare anni prima che l'esercito possa adeguare le proprie strutture a una piena integrazione dei gay in divisa.

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