Stavolta è ufficiale: c’è acqua su Marte Salata e solo d’estate

A Dar retta a Torquato Tasso - viveva in un tempo più poetica del nostro -la luna e le stelle qualche volta piangono (o almeno così fanno nel suo struggente Qual rugiada e qual pianto). Oggi, siamo in un epoca molto più tecnologica e scientifica, è Marte che sembra essersi deciso a versare qualche salata e fredda lacrimuccia. Il tutto con gran gioia degli scienziati della Nasa e grande eco mediatica (la canicola estiva e la mancanza di notizie rende sempre appetibili i geli del Pianeta rosso). Ma stiamo ai fatti: la rivista Science (autorevolissima ça va sans dire) ha pubblicato uno studio della Nasa basato sulle osservazioni ad alta risoluzione della sonda Mars Reconaissance Orbiter.
Le immagini mostrano alcune caratteristiche del paesaggio che cambiano con le stagioni (da quelle parti durano il doppio che sul nostro azzurro pianetino). In particolare su alcuni pendii dell’emisfero sud orientati verso l’equatore, dove la temperatura durante l’estate marziana è più elevata, ci sarebbero dei rivoli di acqua salata, larghi sino a cinque metri e lunghi qualche centinaio. E parola di scienziati: «anche se l’effettiva esistenza dell’acqua non è stata confermata questa appare al momento la spiegazione più probabile».
E se vi chiedete perché questa notizia faccia il giro del Mondo - in fondo diciamolo si tratta nella migliore ipotesi di rigagnoli sporchi di liquame salato e gelido - è presto detto. Acqua in astrobiologia fa rima con vita, vita fa rima con extraterrestri... E infondo il fatto che dalle parti delle Valles Marineris, o giù di lì (com’è difficile la geografia marziana), ci sia acqua allo stato liquido fa risorgere le speranze di chi una gita umana su Marte proprio vorrebbe farla.
Peccato che ormai, più o meno, sarà un ventennio che siamo sicuri che in mezzo alla sabbia rossa ci sia del ghiaccio, che la geografia marziana è stata modellata da antichi fiumi e antichi “mari”. Solo che ogni anno, a ogni giro di sonda, a ogni sbirciatina di telescopio, finisce che rifacciamo la stessa scoperta... la scoperta dell’acqua fredda. E non si tratta mai nemmeno davvero di H2O come si deve, sono sempre tracce, ricordi, rivoli, cristalli... Dentro al massimo qualche batterio surgelato che al momento non siamo in grado di studiare (tra l’altro siamo già sicuri che tracce batteriche «spaziali» si trovino nei meteoriti caduti sulla Terra).
Insomma - tolto il fatto che alcuni scrittori di fantascienza come Ray Bradbury (quello di Cronache Marziane) potranno dire: «Vita nei canaloni di Marte? Io l’avevo detto» - niente di nuovo davvero. Ma dalle parti di Cape Canaveral, dove si sono visti tagliare i fondi con l’accetta da Obama, o si beve la minestra marziana o si salta dalla finestra. Il ritorno sulla Luna cancellato, gli shuttle messi in soffitta con l’“umiliazione” di dover prendere passaggi sulle obsolete sojuz, il primo viaggio interplanetario rinviato a date lontanissime (Obama ha buttato lì il 2035 per il primo americano su Marte)... Ecco che allora qualche fiumiciattolo sotterraneo tirato fuori proprio prima della partenza di una sonda per Giove si spera porti acqua al mulino del rilancio dei sogni di gloria spaziale.

Figurarsi che secondo i biologi non è nemmeno impossibile che in pozzanghere del genere ci cresca qualche alga. Se la trovano preparatevi a una settimana di prime pagine marziane. L’alga poi notoriamente è di color verde alieno...

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