Avevano devastato due stazioni ferroviarie per la sola soddisfazione di compiere gratuiti atti vandalici. Poi, tutti contenti, avevano firmato il loro teppismo con la scritta: «I vandali di Mignanego». Ma non avevano fatto i conti con labilità degli agenti della polizia ferroviaria che, diretti da Salvatore Genova, non solo li hanno filmati tutti e cinque nel pieno della loro euforia devastatrice, ma li hanno anche individuati e fermati accusandoli di danneggiamento plurimo, continuato e aggravato. Non solo. La Procura sta anche ravvisando nel loro comportamento le ipotesi di attentato alla sicurezza dei trasporti e turbativa di pubblico servizio.
A rischiare una condanna penale esemplare, oltre al pagamento di cifre vertiginose per i danni arrecati visto che le Ferrovie stanno pensando di costituirsi parte civile nel processo, sono cinque uomini dellentroterra genovese. Le indagini della Polfer sono iniziate dopo le devastazioni compiute nelle stazioni di Piano orizzontale dei Giovi, poco sopra Pontedecimo, e a Pietrabissara. Nella prima stazione i vandali si erano letteralmente sfogati devastando tutto in modo sistematico. Tra le imputazioni, sassi contro i treni, casotti sfondati per recuperare bandiere da segnalazione da sfoggiare come trofeo, danneggiamento di panche, quadri e obliteratrici, rimozione della telecamera di controllo che era stata divelta e poi buttata in fondo a uno stagno.
Quello che però i cinque vandali non sapevano è che la telecamera li aveva ripresi e registrati prima di essere rimossa dalla sua base. Per cui gli inquirenti, indagando, conoscevano già i volti dei teppisti.
A Pietrabissara, invece, la stazione era stata demolita da un gruppo di persone di ritorno da una gita estiva. Anche in questo caso i balordi si erano scagliati su tutto ciò che potevano asportare e rompere, per il solo piacere di farlo. Ai poliziotti è però bastato qualche appostamento e un paio di servizi di osservazione che, con lappoggio dei residenti locali che non digerivano il vandalismo fatto nella loro stazione, sono riusciti a risalire ad un uomo di mezza età. Messo alle strette, lindividuo alla fine ha ammesso le sue responsabilità chiedendo clemenza per quanto aveva fatto. A quel punto identificare i suoi complici è stato semplice.
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