Stazioni Marittime scarica Costa e Tirrenia

Stazioni Marittime scarica Costa e Tirrenia

Stazioni Marittime Spa «sfratta» Costa Crociere dal proprio consiglio di amministrazione, nonostante la compagnia crocieristica sia tra i soci fondatori della società. Fuori anche Tirrenia. La decisione è stata assunta ieri dall’assemblea ordinaria di Stazioni Marittime, la cui maggioranza relativa spetta all’Autorità portuale, a Finporto e al Comune di Genova, sommando le relative quote di proprietà.
Un maremoto, quello che c’è stato ieri in porto. Una rivoluzione nata dalla decisione dell’Autorità portuale di ridurre da 15 a 9 il numero dei consiglieri di amministrazione in vista della propria uscita dalla società già prevista per il prossimo anno. Ma al di là dei nuovi equilibri che si sono venuti a creare sulle banchine del traffico crocieristico genovese, resta la profonda spaccatura tra le diverse «anime» che compongono la società Stazioni Marittime. L’assemblea di ieri ha infatti portato a galla tutti i veti incrociati e le lacerazioni tra i diversi operatori. In particolare i «privati», le compagnie di navigazione, non sono riuscite a trovare una sintesi per eleggere un consiglio d’amministrazione che andasse bene a tutti. I più «piccoli» in fatto di quote azionarie (Tirrenia con il 2.43 per cento e Costa con il 5,42) chiedevano comunque una rappresentanza. I più «forti» (Grandi Navi Veloci con il 29,36 e Msc con il 12,14 per cento) non accettavano un numero di consiglieri uguale o di poco superiore a quello dei soci meno impegnati. Non sono bastate tre ore e mezza di discussioni per portare accordo e a nulla sono serviti i tentativi del presidente dell’Autorità portuale Luigi Merlo. Alla fine si è andati per «fredde» quote di partecipazione e Costa e Tirrenia sono rimaste fuori. Quattro consiglieri al «cartello» pubblico, tre a grandi Navi Veloci, uno per uno a Moby e Msc.
Immediata la reazione di Costa Crociere. Pier Luigi Foschi, presidente e amministratore delegato, esprime «il proprio rammarico per la decisione». Nel sottolineare inoltre l’assunzione di responsabilità di Costa Crociere al momento della costituzione della società dell’Authority, Foschi ricorda ancora i principali «numeri» della compagnia leader delle crociere in Italia e in Europa. Costa ha spostato da tempo il proprio «capolinea» ligure a Savona, ma viene periodicamente citata a proposito di un possibile ritorno a Genova, ora certo più lontano. Deluso invece Luigi Merlo: «Non so cosa potrà accadere quando l’Autorità portuale uscirà dalla società - ha sottolineato - È quello che devo cercare di capire.

Certo questa assemblea ha dimostrato tutte le lacerazioni che sono presenti nel porto di Genova e che sono proprio gli ostacoli da rimuovere per un vero sviluppo dello scalo. In altre realtà le società concorrenti collaborano per la gestione dello scalo nel loro stesso interesse. Qui non si sono neppure messi d’accordo per un consiglio d’amministrazione che dura un anno».

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