Cronaca locale

Stecca, i pusher resistono: aria di rivolta nel quartiere

I nuovi «padroni» della Stecca continuano a spacciare. Anche dopo il blitz antidroga sono lì, indisturbati, a smerciare in quella striscia tra via De Castillia e via Confalonieri. Per terra ci sono ancora tracce dello scontro spacciatori-polizia: bottiglie in frantumi, assi di legno divelte e pezzi di infissi bruciacchiati.
I residenti del quartiere osservano, scuotono la testa e passano oltre quel residuo archeologico dell’ex fabbrica Brown-Boveri. Commentare ad alta voce è un rischio di troppo: «Non si vive più, abbiamo paura». Leit motiv firmato anche da quelli che, fino all’altro ieri, stavano al fianco di chi, artigiani e artisti, aveva occupato la Stecca per farne uno spazio creativo: «Sarebbe potuto divenire un luogo unico, anima di Milano, se non fosse sfuggito di mano». È bastato un attimo e, oplà, il cuore di Garibaldi-Repubblica è diventato un luogo buio, regno incontrastato dello spaccio: gli artigiani sono stati costretti ad abbandonare i locali che occupavano e gli artisti, be’ se ne sono andati via in silenzio.
Resta Isola Tv, Apolidia, il Cantiere Isola con il suo mercatino biologico ma, attenzione, la convivenza con gli spacciatori è davvero pesante: «Quando abbiamo provato a chiudere gli ingressi alla Stecca con lucchetti, catene e quant’altro è successo che ci siamo ritrovati con qualche problemino in più». Già, da qualche mese nei locali al primo piano lavorano anche prostitute, nere e bianche: «Da allora non c’è più un attimo di tregua, il via vai inizia alle 14», osservano gli artigiani, cinque, che resistono rinforzando le porte d’ingresso alle botteghe pure dopo ogni furto. «Ormai, ho fatto il callo e non sporgo neppure denuncia: al massimo scompare qualche attrezzo di lavoro che è capitato poi di ritrovare, magari una settimana dopo, gettato in un angolo del cortile». Come dire: «Più che furti sono avvertimenti, della serie “non parlare, non guardare, non sentire”».
Troppo, davvero troppo a due passi dalla Stazione Centrale: «È un’area fuori controllo, va abbattuta perché porta solo degrado e paura» sostengono quelli del comitato di via De Castillia. Che spendono un capitale per non lasciare le loro automobili in strada, «trovarle con le gomme a terra o con i vetri rotti è diventata la regola». Sì, la regola dell’impossibilità di convivere con vicini di casa che gestiscono il mercato della droga.

Cinquanta senegalesi che resistono pure al blitz anti-droga della polizia di Stato.

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