Stefania scommette su via Craxi: «Letizia è una donna di parola»

La scelta è sembrata più volte in dirittura d’arrivo. Si è parlato di una via, lo slargo della fontana in piazza Castello, un parco in zona Solari. E ogni volta levate di scudi, anche all’interno del centrodestra e soprattutto dalla Lega. Il sindaco a fine 2009 aveva promesso l’intitolazione di una strada al leader socialista Bettino Craxi nel decennale della scomparsa. Che cadeva il 19 gennaio di un anno fa. E quasi un anno e mezzo dopo, nessuna decisione è stata ancora presa. Anche se la figlia Stefania, sottosegretario agli Esteri, è tornata spesso a Milano per fare pressing. Ieri era alla Fondazione Craxi di via Confalonieri a lanciare la ricandidatura di Letizia Moratti, a chiedere alla platea dei socialisti - che rumoreggiava sul mancato omaggio allo statista travolto da Tangentopoli e scomparso nel 2000 ad Hammamet - di convincere parenti e amici indecisi a votare subito Pdl per vincere al primo turno. E ha garantito che «Letizia è una donna di parola, sono certa che a tempo debito la via dedicata a mio padre ci sarà». Conferma il sindaco, «è un percorso in atto, naturalmente con la valutazione della famiglia».
Al teatro Puccini di corso Buenos Aires ieri sera si è tenuta la contro-manifestazione «Milano riformista, idee, valori e progetti», c’erano Bobo Craxi, Pia Locatelli e Roberto Biscardini accanto al sindaco di centrosinistra Giuliano Pisapia. Ma Stefania Craxi (sorella di Bobo) nella sede fondazione dedicata al papà Bettino assicura che il voto socialista a Milano è compatto e a favore di Letizia. «In questa città - rimarca l’assessore Stefano Pillitteri, ricandidato con il Pdl - non c’è “una“ Milano socialista, ma “la“ Milano socialista, che sceglie il nostro partito». In prima fila c’è l’ex sindaco Paolo Pillitteri, la Moratti cita gli altri «grandi riformisti» che hanno governato prima di lei a Palazzo Marino, come Greppi, Tognoli. Con un lapsus infila anche Bettino Craxi ma si corregge subito, «è stato solo assessore». E lascia intendere che passate le elezioni e il rischio di un polverone, se sarà eletta forse metterà finalmente la parola fine alla telenovela sulla via.
Ha resistito alla tempesta di polemiche invece il «dito» di Cattelan in piazza Affari, per l’assemblea annuale della Consob ieri il neopresidente Giuseppe Vegas avrebbe preferito che fosse rimosso.

«É un simbolo che è stato giudicato anche dalla nostra commissione paesaggistica come un’opera d’arte fatta in sito, quindi che non vuole essere dissacrante rispetto alla finanza nel modo più assoluto» ha garantito la Moratti. Scettico invece il governatore Roberto Formigoni: «Non mi piace e non la guardo».

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